Il film “cancellato” sulla strana morte del collezionista

Era in programma il 2 maggio. Protagonista Heinichen Miracco: «Lo faremo». Penco: «Veto della direttrice»
Di Fabio Dorigo

“Le lunghe ombre della morte” si allungano sull’inaugurazione del Museo della guerra per la pace de Henriquez (“della guerra per la pace”) annunciata per il 18 giugno. L’anteprima del 2 maggio al museo Revoltella, a 40 anni esatti dalla morte dell’originale collezionista, ha subìto un cambio di programma all’ultimo momento. Imprevisto. Un giallo nel giallo. Il documentario di Giampaolo Penco, “Le lunghe ombre della morte” (2005), protagonista lo scrittore Veit Heinichen (autore del libro premiato in Germania), è sparito dal cartellone. Era stato annunciato un mese prima come una chicca dall’assessore alla Cultura Franco Miracco e confermato dallo storico Lucio Fabi, curatore scientifico del progetto del nascituro museo. Alla fine è stato cancellato. Neppure un invito di consolazione per Penco e Heinichen rimasti esclusi dalla cerimonia del 2 maggio al Revoltella “Verso il nuovo Museo de Henriquez”.

L’idea del documentario “le lunghe ombre della morte”, che intreccia le morti misteriose di Diego de Henriquez e di Gaetano Perusini, era venuta allo storico Fabi. Era in ballo anche la Sala Tripcovich per la serata del 2 maggio. “Le lunghe ombre della morte” è un documentario ”invisibile” programmata una volta sola dalla Rai e a Trieste visto da pochi fortunati nel 2005 in una proiezione eventi al cinema Excelsior («molti restarono fuori» ricorda Heinichen). Un passaggio a Rovigno, qualche altro festival e poi più nulla. «Il filmato si farà più avanti. Hanno deciso di fare la presentazione in questo modo. Che vuole che le dica» taglia corto Fabi che un mese fa aveva annunciato l’anteprima evento con Penco e Heinichen. «L’idea mi era piaciuta. Ho visto con interesse e curiosità il documentario - spiega l’assessore che pure l’aveva anticipato l’anteprima -. Primo o poi verrà fato questo aspetto giallistico. Adesso si trattava di parlare, così ha deciso Maria Masau Dan, della collezione de Henriquez. La priorità ora è arrivare all’apertura del museo. Ci sarà un’altra occasione. Il documentario. Resta nelle mie intenzioni» aggiunge Miracco che poi precisa: «Voglio chiarire. Nessuna ripicca per l’intervista di Heinichen. Le accuse che mi ha rivolto sono entrate da un orecchio e uscite dall’altro». Certo.

«Ho notato anch’io la mia assenza alla presentazione - scherza Heinichen -. Doveva essere proiettato il documentario. Non ho protestato, perché non so cosa sia successo. Mi aveva contattato Fabi». La pista per il documentario cancellato, in questo caso, non è quella dell’intervista ingrata dello scrittore tedesco. «È saltato tutto all’ultimo momento. Mi ero proposto io all’assessore dopo il documentario su Kounellis» spiega il regista Penco. Il motivo? «A quanto pare non sono molto simpatico alla Masau Dan - racconta -. Mi hanno addirittura chiesto di non farmi vedere quel giorno. La direttrice ce l’ha con me, non so il perché. Non mi ha fatto neppure entrare a filmare la mostra su Leonor Fini su incarico di una tv francese nonostante in mostra ci fosse il mio filmato». Un vero peccato. «Il documentario con Heinichen raccoglie materiali importanti dell’epoca - spiega Penco -. Conservo una lunga intervista con il figlio di de Henriquez, poi morto. Pensavo fossero materiali utili per il museo. Miracco mi è sembrato molto interessato. Poi di mezzo si è messa la direttrice...». A evitare “Le lunghe ombre delle morte” sul museo che verrà. Della pace per la guerra, in questo caso.

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