Il forte di Medea nelle carte delle Guerre Gradiscane fra la Serenissima e l’Austria

Nuovi documenti e ricostruzioni sulla fortezza militare poi distrutta emergono dalle ricerche dello studio locale Gianluigi Martinis 

la storia

Marco Silvestri

Durante le Guerre Gradiscane (1615-1618) il Forte sul Colle di Medea è stato uno dei presidi fortificati di controllo della Repubblica di Venezia in lotta contro l’Austria. Oggi dell’antica fortezza militare non resta più nessuna traccia ma rimane vivo l’interesse e la curiosità per conoscere di più la sua storia. Un punto di partenza per ulteriori approfondimenti sono le notizie trovate dall’appassionato studioso di storia locale Gianluigi Martinis. Agli inizi del Cinquecento la Patria del Friuli era oggetto di contesa tra la Repubblica di Venezia e l’Austria. Nello specifico le Guerre Gradiscane, originariamente note come Guerra degli Uscocchi, era sorta tra Venezia e gli Asburgo per il dominio del mare Adriatico. Da questa guerra Venezia ottenne l’eliminazione della pirateria e dei saccheggi degli Uscocchi (genti bosniache e dalmate), riaffermando così il dominio sul mare Adriatico, mentre gli Asburgo riuscirono a mantenere la fortezza di Gradisca e i confini prebellici.

I fatti storici riportano che il 26 novembre 1615 alcuni gruppi di cavalleggeri veneziani si presentarono nei pressi di Sagrado. Dal castello di Gradisca esplosero un colpo di cannone e la cavalleria veneziana si ritirò. Il 14 dicembre 1615 a Medea, che era asburgica, gli abitanti del villaggio avevano sbarrato le strade e organizzato punti di osservazione e di guardia in una chiesa posta sul monte, in quanto tutti gli uomini atti alle armi erano a Gorizia. I veneziani temevano che gli arciducali potessero passare l’Isonzo e occupare e fortificare i due monti, quello di Medea e quello di Lucinico. Per evitare che ciò avvenisse le truppe veneziane uscirono da Palma al comando di Fancesco Giustiniani, Governatore dell’Armi che arrivò a Medea ed entrò in paese senza difficoltà, nonostante gli abitanti avessero tentato di interrompere le strade e alzare un terrapieno. Nei giorni successivi Pietro Barbarigo, provveditore generale in terra ferma, fece costruire in cima al Colle di Medea, su progetto dell’ingegnere Candido Nicolin, una fortificazione munita di artiglieria: “un ampio e maestrevole forte coi suoi fianchi e baloardi a buon uso di guerra”. Il forte era stato realizzato in un punto nevralgico perché da lassù si poteva agevolmente controllare ciò che avveniva nella pianura sottostante tra Mariano e Gradisca. Nel forte di Medea stanziava una compagnia di fanti di circa 60 uomini mentre complessivamente le truppe veneziane a Medea consistevano in 160 uomini.

Le vicende della guerra si svolsero attorno al forte come l’attacco a Chiopris degli arciduacali nel 1917. Il fortino fu probabilmente demolito dopo le Guerre Gradiscane. Si ritiene, su indicazione di Ugo Furlani, di aver individuato la piattaforma dove sorgeva la fortificazione, la cui esistenza viene riportata nelle mappe venete secentesche. —

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