Il futuro del cinema Cristallo «Serve una sala da 400 posti»

La creazione di mini-appartamenti divide i gradesi. Svettini di Grado Teatro: «Ristrutturarlo anche per spettacoli». Il leghista Tirelli: «Perché eliminarlo?»
Bonaventura Monfalcone-26.03.2014 Cinema Cristallo-Grado-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-26.03.2014 Cinema Cristallo-Grado-foto di Katia Bonaventura



Tiene banco il problema del Cinema Cristallo. Non solo per il fatto che è chiuso ormai da tempo (tranne per ospitare qualche mostra nell’atrio e soprattutto nelle vetrine), ma anche per quanto è emerso nel corso dei lavori del recente consiglio comunale relativamente ad alcune proposte sul futuro della struttura, che sono assolutamente e solamente delle ipotesi.

A leggere buona parte dei commenti rilasciati sui social o per ulteriori dichiarazioni e commenti, l’idea lanciata in aula dal sindaco Dario Raugna non è che sia molto piaciuta. Si tratta di un’idea che fa riferimento alla cessione a un privato della struttura affinché a favore del Comune rifaccia completamente la piastra inferiore da adibire a sala polifunzionale, potendo sfruttare i piani superiori per recuperare l’investimento e quindi incamerare i profitti.

La maggioranza dei cittadini che si sono fatti sentire è, invece, per il mantenimento del cinema, ovviamente da ristrutturare. C’è anche chi oltre al mantenimento del cinema vorrebbe che la struttura potesse ospitare spettacoli teatrali.

Il direttore artistico di Grado Teatro, Tullio Svettini, ricorda, infatti, che il Cristallo ha ospitato dal 1966 al 1976 la stagione di prosa gradese. Il primo spettacolo proposto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia fu “I giusti” di Albert Camus, con scene di Giuseppe Zigaina e con attrice principale Mariangela Melato. L’ultimo “L’Austria è un paese ordinato” era stato proposto dalla compagnia teatrale gradese con il mai dimenticato Giglio Boemo.

Allora si registravano seicento abbonati contro il circa 50 per cento in meno di questi anni, con la stagione teatrale che si svolge all’Auditorium Biagio Marin dalla capienza inferiore.

«Il teatro lo abbiamo – dice Tullio Svettini pensando agli spazi –; certo la presenza di attori importanti fa accorrere tanti spettatori che non possono venir accolti. Una sala al Cristallo di 300-400 posti, ma solo per i grandi spettacoli, sarebbe ideale. L’importante comunque è che rimanga il cinema seppur con una sala rivisitata per poter ospitare anche altri avvenimenti».

In tanti ad ogni modo vogliono che il Cristallo rimanga cinema. Enzo Tirelli della Lega Nord dice che a breve ci sarà una raccolta di firme: «La petizione coinvolgerà tutti i vari gradi istituzionali, a difesa del nostro cinema e della nostra storia».

Una struttura, il Cinema Cristallo, che è il luogo dove si sono svolti gli eventi più importanti della storia gradese recente. Tirelli ricorda, infatti, che, aperto tutto l’anno, la struttura ha ospitato le più diverse attività culturali, in particolare le Settimane Internazionali del Cinema animate da Pier Paolo Pasolini, ma anche, nel 1995, la rassegna “Da Lumiere a Pasolini 100 anni di cinema”.

L’avvenimento che più ha legato la storia recente della dell’isola al Cinema Cristallo, ricorda sempre Tirelli, è stato il Festival della Canzone Gradese che si è svolto per diverse edizioni.

Ed eccoci alla parte politica dell’intervento: «Come si suol dire i “corsi e ricorsi storici” non mancano – precisa Tirelli – perché c’è un nome che ricorre nella storia del Cinema Cristallo, quello di Fiorenzo Facchinetti. Era lui in giunta in qualità di assessore agli inizi degli anni Novanta quando il Comune di Grado acquistò il cinema ed è sempre lui che oggi in qualità di capogruppo di maggioranza rappresenta la compagine politica che vorrebbe eliminarlo. Strana coincidenza vero?».

Secondo l’esponente della Lega Nord l’acquisto del cinema fu una delle pochissime cose positive che fece quella giunta, anche se gli amministratori di allora non mancarono «di distinguersi per una gestione del denaro pubblico poco oculata». E spiega perché: «È stato comperato un edificio vincolato a cinema, rimasto chiuso per diversi anni, scarsamente appetibile per chiunque, pagandolo il 20 per cento in più rispetto al valore di perizia dell’Ufficio tecnico comunale».

Il cinema era stato valutato un miliardo e cinquecento milioni e il Comune invece ne pagò trecento in più. «Come mai? Non lo so... - conclude il rappresentante del Carroccio -. Certamente sarebbe a questo punto interessante ascoltare la versione dell’attuale capogruppo di maggioranza, magari nella prossima seduta del consiglio comunale».—



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