Il Galeb del museo di Pirano dato in cura all’AA Custom

Il cutter one design apparteneva alla coppia di ballerini classici Pia e Pino Mlakar che l’avevano fatto costruire nel 1936. Dovrà tornare in mare per fare le regate
Bonaventura Monfalcone-15.12.2020 Consegna Barca d'epoca slovena-Ocean-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-15.12.2020 Consegna Barca d'epoca slovena-Ocean-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura



Galeb, gabbiano in sloveno, non è lo storico yacht di Tito, ma un cutter in legno forse altrettanto famoso e mitico: una barca sportiva conosciuta dai costruttori navali come M6, lungo 11 metri, one design ed è uno dei reperti più famosi del Museo del mare di Pirano. Da ieri pomeriggio è a Monfalcone al polo nautico del Lisert, affidato alla sapienza dei maestri d’ascia Odilo Simonit e Paolo Skabar, che guidano il cantiere AA Custom, e al loro collaboratore Federico Lenardon “erede” artigiano di Carlo Sciarrelli. AA Custom, l’ultima realtà dei maestri d’ascia a Monfalcone, ha ottenuto il lavoro di ristrutturazione e recupero di questa imbarcazione “sei metri stazza internazionale, 11 metri reali” che non solo dovrà tornare ormeggiata all’esterno del museo sulla banchina, ma dovrà essere in grado di navigare e regatare come è successo altre volte pure a Trieste.

Non è una semplice barca d’epoca o un reperto da museo, ma un pezzo di storia e un simbolo per la Slovenia. Infatti era stata fatta costruire nel 1936 da Pia e Pino Mlakar, la coppia di ballerini di danza classica slovena più affermata a livello internazionale (tra il 1934 e il 1938 sono stati direttori di ballo all’Opera di Zurigo). La coppia di artisti aveva deciso di far costruire la barca sportiva alla Cooperativa di costruzione navale per celebrare la nascita della loro figlia Veronica. Pia e Pino Mlakar amavano immensamente il mare per la libertà e il tipo di contatto che offriva e di solito trascorrevano le loro vacanze sulle isole o sulle coste croate.

Nel maggio 1994 la famiglia Mlakar ha donato il Galeb al Museo del mare di Pirano. Ed ora è stato affidato alle cure degli artigiani del cantiere AA Custom per riprendere a solcare il mare. Un lavoro che durerà otto mesi, forse un anno e che costerà almeno 60 mila euro.

«Bisogna ricostruire l’albero – spiega Odilo Simonit – bisogna rinforzare tutte le ordinate, i paramezzali e i dritti di poppa. Dovremo anche togliere la chiglia per rimetterla a nuovo in grado di navigare. Non si tratta solo di un lavoro conservativo, la barca deve tonare a fare regate».

Il Galeb non è in ottime condizioni, è rimasto a lungo ormeggiato nel mandracchio proprio davanti al Mseo del mare di Pirano e ora ha bisogno di sostanziose cure. Ma soprattutto delle mani sapienti dei maestri d’ascia che conoscono bene questa imbarcazione. Perché ce ne sono altre due in riparazione nel cantiere AA Custom in questo momento, una di 100 anni e un’altra di 113. Una di queste poi ha una storia fantastica, è stata trovata in Germania sommersa dalle foglie e dalla vegetazione in un fienile abbandonato. È stata scoperta da un appassionato austriaco che l’ha portata a Monfalcone per il restauro e per farlo i maestri d’ascia l’hanno dovuta disassemblare completamente perché era in condizioni pietose. Una volta restaurata andrà a navigare in Spagna.

La terza imbarcazione invece, anche questa di proprietà di un austriaco, è in condizioni molto buone, è stata restaurata già in passato dal cantiere ed è tornata a Monfalcone per un mantenimento estetico, una manutenzione ordinaria. Questo one design invece tornerà a navigare nelle tranquille acque del Worther see a Velden in Carinzia. —

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