Il garante dei diritti dei detenuti avrà il suo ufficio in Provincia

Anche Gorizia ha il suo garante dei diritti delle persone limitate nella libertà personale. Si tratta di don Alberto De Nadai. A promuovere l'individuazione del garante per l'Isontino – sulla scia di quanto già fatto in precedenza prima nel comune di Udine e poi in quello di Trieste – è stato il consigliere provinciale di Fli Stefano Cosma, che ieri ha spiegato l'origine dell'iniziativa assieme al presidente del Consiglio provinciale Gennaro Falanga ed all'assessore provinciale Bianca Della Pietra. «Un paio d'anni fa, grazie alla mia amicizia con la direttrice del carcere di Gorizia e Udine, ho avuto occasione di visitare la casa circondariale di via Barzellini – ha spiegato Cosma -, e mi sono reso conto di quanto le condizioni di chi vive e lavora in quei luoghi sia grave. La struttura è fatiscente e del tutto inadeguata, ed allora ho pensato che anche in provincia di Gorizia doveva nascere la figura ben definita dalla legge in altri stati, ma non in Italia, quella del garante dei diritti dei detenuti». Subito la proposta di Cosma è stata sposata dall'amministrazione provinciale, ed il consiglio si è poi fatto carico di nominare De Nadai, al quale viene concessa la delega speciale di seguire anche gli ospiti del Cie e del Cara di Gradisca d'Isonzo. De Nadai riceverà le segnalazioni riguardo i diritti violati o non completamente rispettati dei detenuti, potrà visitarli e chiedere chiarimenti di vario tipo. Più in generale, però, il suo compito sarà anche divulgativo ed informativo, per portare all'esterno, nella società, il mondo del carcere. A disposizione del garante la Provincia mette una stanza, con computer ed un indirizzo di posta elettronica dedicato: garante@provincia.gorizia.it. Ieri ad incontrare la stampa è stato anche lo stesso De Nadai: diventerà un punto di riferimento a tutto tondo, per detenuti e operatori della giustizia. Non a caso apprezzamenti per la scelta della Provincia sono arrivati ieri anche dall'avvocato Marchiori, della Camera penale di Gorizia, e dall'ispettore Vito Marinelli, della polizia penitenziaria, che ha anche auspicato che i lavori alla casa circondariale appena partiti siano solo l'inizio di un percorso di valorizzazione della struttura, perchè possa effettivamente in futuro restare operativa.
Marco Bisiach
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