Il giorno della battaglia nei cieli di Grado

Morgo, dove sono stati individuati i resti dell'aereo caduto
Morgo, dove sono stati individuati i resti dell'aereo caduto
GRADO.
Domenica, 30 gennaio 1944. È una giornata splendida, fredda e limpida, con le Alpi Giulie coperte di neve a fare da corona all’azzurro del golfo. Gli echi della guerra sembrano attutiti, se non fosse per il rombo lontano di aeroplani che, alti nel cielo, vanno da qualche parte a sganciare il loro carico di morte. Nessuno, a terra, ci fa gran caso, perché si sa che i bombardieri alleati in partenza dalle basi del sud Italia sorvolano l'Adriatico e scavalcano le montagne per andare a colpire Colonia, Monaco di Baviera, o i campi petroliferi della Romania o della Bulgaria.


Invece quella domenica mattina gli obiettivi degli stormi alleati sono situati proprio tra Friuli e Veneto, e sono gli aeroporti di Campoformido, Lavariano e Villaorba, dove si annidano i velivoli da caccia tedeschi e italiani della Luftwaffe e dell'Aeronautica nazionale repubblicana. Alle 8 in punto del mattino dalla base di Foggia della 15th Air Force si alzano in volo tre formazioni con 60 caccia bombardieri P-47 Thunderbolt. Sorvoleranno l'Adriatico a bassissima quota, non più di quindici metri sulla superficie del mare, per evitare i radar tedeschi e attaccare di sorpresa i caccia dell’Asse che si alzeranno in volo non appena avvisati dell’arrivo dei bombardieri nemici.


I quali bombardieri decollano dalle varie basi in Puglia venti minuti dopo i P-47: sono cinque formazioni di enormi Consolidated B-24, Boeing B-17, Lokheed P-38, più un nugolo ci caccia di scorta. Come gigantesche nuvole di metallo centinaia di apparecchi dirigono dritti verso San Vito al Tagliamento, punto stabilito in cui i bombardieri si divideranno per raggiungere ognuno il proprio obiettivo. Il 449th Bomb Group, di cui fa parte il Dumbo II, ha iniziato male la giornata. Il velivolo capoformazione ha avuto un incidente al decollo, mentre altri quattro apparecchi sono stati costretti per guasti tecnici a fare dietrofront e tornare alla base. Intanto il radar tedesco di Francavilla a Mare ha intercettato le formazioni nemiche in volo e ha già dato l’allarme a Campoformido e alle altre basi.


Lo scontro inizia verso le 11.30, quando l’avanguardia dei P-47 arrivati sfiorando per trecento miglia il pelo dell’acqua piombano su Villaorba e abbattono alcuni aerei da trasporto e ricognizione. Da Campoformido si alzano i Macchi italiani del I Gruppo, e in breve sui cieli del nord-est si scatena una furibonda battaglia aerea. Un quarto d’ora dopo sulla verticale di Caorle compaiono le prime fortezze volanti B-17, che un pugno di Messerschmitt cerca invano di fermare. Nei minuti che seguono, e per almeno un'ora, sarà un inferno tra cielo e terra, tra combattimenti in aria e fuoco di contraerea. La sezione A del 449th Bomb Group, della quale fa parte anche il Dumbo II, è rimasta indietro dopo aver bombardato Villaorba per proteggere uno dei suoi apperecchi, il B-24 "Sinner’s Dream", che ha un motore in fiamme.


Ed è su questa sezione che i Messerschmitt si scatenano come lupi addosso alle prede più deboli del branco. Anzi, il fuoco si concentra proprio sul Dumbo II, che viene ripetutamente attaccato. In breve il B-24 ha i due motori dell'ala destra in fiamme e perde quota, mentre sotto una pioggia di proiettili muoiono uno dopo l’altro quasi tutti i componenti dell’equipaggio. Tranne il pilota, Ben Kendall, il secondo pilota, Fletcher Porter, e il mitragliere della torretta dorsale, Harvey Elwood Gann.


In quelle condizioni è impossibile continuare a combattere, e tutti e tre decidono di abbandonare l'aereo. Harvey, che sarà l'unico a salvarsi, ha solo 23 anni. È ferito, ma nella sua torretta sul dorso del bombardiere ha continuato a sparare con la mitragliatrice finché l'arma si è inceppata. Nel frastuono delle esplosioni e dei motori Harvey lascia la torretta, entra nell’apparecchio e vede i due piloti che si apprestano a lanciarsi con il paracadute.


Gli fanno cenno di andare, e Harvey è il primo a uscire. Si lancia fuori dal vano bombe, e appena si ritrova sospeso nel vuoto nota due Messerschmitt in volo proprio verso di lui. Cerca di prendere la sua Colt 45, ma non ci riesce. Non gli resta che pregare, e qualcuno lassù gli dà ascolto perché quando i due caccia nemici gli sono addosso Gann vede distintamente i due piloti, ciascuno nel suo cockpit, che lo salutano e se ne vanno. Una volta a terra, Gann verrà subito catturato e passerà il resto della guerra in prigionia. Intanto anche Porter e Kendall hanno lasciato il Dumbo II che sta precipitando in fiamme verso l’isola di Morgo.


Ma il paracadute di Porter si impiglia nella scaletta, e non si apre del tutto, mentre quello di Kendall non si apre nemmeno. Porter muore annegato nello specchio di mare antistante il cimitero di San Marco a Belvedere, mentre il cadavere di Kendall sarà ripescato nella laguna alcuni giorni dopo. Ferito a morte, il B-24 Dumbo II si schianta sull’isola di Morgo. Dentro sono rimasti i corpi di Harry McGuire navigatore, Pershing Hill puntatore, Given Grooms operatore radio, Gerald Herrington assistente motorista, Harold Thompson mitragliere, Nick Gavalas armiere, William Jones assistente radio. E sono ancora là, in attesa di tornare a casa.

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