Il Gruppo di Cremona si “spacca” in tre aree

L’intero Gruppo Arvedi si trova in realtà in una fase di ristrutturazione societaria e si scinde in tre aree di business. Come informa Milano Finanza, è stato depositato il progetto di scissione...

L’intero Gruppo Arvedi si trova in realtà in una fase di ristrutturazione societaria e si scinde in tre aree di business. Come informa Milano Finanza, è stato depositato il progetto di scissione parziale dell’Acciaieria Arvedi a favore della con trollante Finarvedi. Nel documento si afferma che l’operazione «si inserisce nell’ambito di un programma di riorganizzazione di Finarvedi con l’obiettivo di rendere la struttura del Gruppo più funzionale sotto il profilo economico, gestionale e finanziario». Di conseguenza Acciaieria Arvedi trasferisce a Finarvedi il 100% di Arvedi tubi acciaio (Ata) per un valore della partecipazione di 18,1 milioni, 5,3 milioni di debiti a breve e un totale quindi di patrimonio netto scisso di 12,7 milioni.

Al termine dell’operazione il Gruppo verrà riorganizzato funzionalmente in tre macroaree tutte alle dirette dipendenze della holding. La prima area è quella produttiva in senso stretto e comprende l’Acciaieria Arvedi e Siderurgica Triestina proprietaria della Ferriera di Servola. La seconda area include le società trasformatrici di acciaio al carbonio e comprende Ata e le società controllate. La terza è relativa alle società trasformatrici di acciaio inossidabile e comprende Ilta Inox e le sue controllate.

Per quanto riguarda Trieste all’inizio della prossima settimana dovrebbe essere definitivamente chiara la situazione relativa alla logistica che sta per essere esternalizzata. La movimentazione ferroviaria dovrebbe passare a Sider Logoistic con il distacco anche di 16 lavoratori di Siderurgica Triestina, la movimentazione stradale a un’altra società lombarda. A metà novembre si dovrebbe anche comprendere chi gestirà la centrale Elettra che come si legge a fianco Arvedi starebbe per acquistare. Rimane infine la questione del laminatoio a freddo di Servola dove potrebbe operare un’ulteriore società. I lavori però non sono ancora partiti per le grane burocratiche con un ritardo che incomincia a farsi preoccupante.

Finarvedi ha chiuso il 2014 con 4,3 milioni di utile civilistico triplicato rispetto al profitto di 1,2 milioni dell’anno precedente. Il consolidato si è mosso di pari passo con un utile salito nell’ultimo anno da 4,5 a 15,8 milioni in presenza di un fatturato in calo da 2,1 a 2 miliardi a causa di un 2014 caratterizzato da consumi d’acciaio in ribasso. (s.m.)

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