Il lavoro flessibile in porto aggiudicato alla Minerva

Sarà ancora la società nata dalla storica Compagnia portuale a formare la squadra di “pronto intervento” all’interno del porto. La gara per aggiudicarsi il ruolo previsto dall’articolo 17 della legge sui porti che prevede gli interventi flessibili nei casi di picchi di lavoro è stata infatti vinta dalla Minerva servizi srl, società creata con le ceneri della vecchia Compagnia il cui processo di liquidazione che si protrae da anni dovrebbe finalmente chiudersi nei prossimi giorni. La Minerva ha battuto l’unica concorrente che si era presentata alla gara, l’Impresa Alto Adriatico srl che opera nel porto di Monfalcone, dove ha sede, e a Porto Nogaro e che ha tra i proprietari anche Pierluigi Maneschi, terminalista del Molo Settimo e presidente di Italia Marittima, l’ex lloyd Triestino. L’offerta finanziaria è stata la stessa, ma in sede di valutazione tecnica la commissione giudicatrice ha scelto la Minerva.
Sono 45, e quindi non pochi, i dipendenti della società che rischiavano di rimanere senza lavoro. L’amministratore unico è Andrea Aicardi, uno degli ex capi storici del Consorzio commessi sopraccarichi, altra cooperativa i cui soci stanno per entrare in cassa integrazione. La Minerva dopo una crisi di lavoro nell’ultima parte del 2012, da gennaio ha ripreso a operare con continuità. I suoi uomini vengono chiamati, in caso appunto di “picchi di lavoro”, sul Molo Settimo da Trieste marine terminal e dalla Deltauno, la cooperativa proprietà dello stesso terminalista, da Steinweig Gmt sull’Adriaterminal in Porto Vecchio, da Ideal service per i traghetti turchi in Riva Traiana, da Leo Sferch per i traghetti della Parisi sul Molo Sesto, dalla Seaway sul Canale navigabile e da Gct allo Scalo Legnami. La Minerva risulta ancora come società che ha rilevato in affitto il ramo d’azienda della Compagnia, ma il prossimo Comitato portuale sancirà ufficialmente l’incarico diretto alla srl per quattro anni in base all’articolo 17 della legge del 1994. Sulla Compagnia invece che non è più attiva dal 2009 verrà a giorni messa anche formalmente la parola fine. Nel 1977, console Paolo Hikel, era arrivata a contare 1818 soci e 50 dipendenti: un esercito quasi tutto rosso politicamente che aveva messo assieme quasi un impero immobiliare che comprendeva anche la Casa del lavoratore portuale di piazza duca degli Abruzzi e l’impianto polisportivo di Porsecco con campo di calcio, palestra, campi di tennis e di bocce. Negli anni successivi era stata anche proprietaria della società che aveva in concessione il Terminal frutta, società poi venduta a Gavio. (s.m)
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