Il luogo, l’orario, la pistola: le zone d’ombra del caso

L’avvocato quarantatreenne Giuseppe De Luca ha confermato di essere stato lui ad aver esploso i colpi di pistola. Ma ci sono dubbi da sciogliere.

TRIESTE Una vicenda tanto rocambolesca quanto assurda. L’avvocato quarantatreenne Giuseppe De Luca ha confermato di essere stato lui ad aver esploso i colpi di pistola. Ma ci sono dubbi da sciogliere.



Il primo. Perché De Luca era nel parcheggio della Costa dei Barbari all’alba, quando faceva ancora buio? Si è fermato lì per puro caso?

Un rampollo di una famiglia vip molto nota nel suo paese al Sud


Il secondo. Le due persone coinvolte, dunque sia l’avvocato che lo straniero dell’Est che era a bordo della Opel colpita dalle pallottole, hanno riferito agli inquirenti di non conoscersi. Di non essersi mai viste prima. Insomma, tutto sarebbe successo per una pazzia dell’avvocato che si mette a crivellare un’auto a caso all’alba.

Il terzo. De Luca dice di aver sparato alla Opel «per scherzo, per gioco». Avrebbe affermato di aver mirato su quell’automobile perché era la sola presente in quel momento nel parcheggio. E che quando ha puntato la vettura, senza scendere dalla propria, era sotto effetto di sostanze e alcol. E che prima di premere il grilletto si sarebbe accertato che nell’abitacolo non ci fosse nessuno. Ricapitolando: De Luca è sfatto e per puro divertimento sceglie una macchina qualunque per crivellarla. E non si accorge che dentro c’è un uomo (lo straniero dell’Est) che dorme. Ma dorme davvero? Questo lo ha riferito la vittima. O è lì per altre ragioni?

Il quarto. Se le cose sono andate così, lo straniero viene colto di sorpresa dagli spari. Ma anziché aspettare che l’aggressore se ne vada e ringraziare i Santi di essere vivo, o chiamare le forze dell’ordine, la reazione è inseguire lo «sconosciuto».

Il quinto. Perché l’avvocato pugliese gira di notte armato di una pistola carica pronta all’uso?—




 

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