Il lupo di Basovizza finisce nel mirino delle videocamere
Il professor Stefano Filacorda: «Potrebbe trattarsi di un ibrido, comunque sarebbe la prima volta che un simile esemplare viene filmato in Friuli Venezia Giulia»

TRIESTE.
Un secolo fa era finito nel mirino dei fucili dei cacciatori, tanto da scomparire dall’altopiano triestino. Oggi invece, che è tornato a lasciare il segno proprio oltre il vecchio valico di Lipizza, il lupo del Carso è finito nel mirino delle videocamere a infrarossi dei ricercatori. Quelle con cui gli studiosi dell’Università di Udine e del Museo di storia naturale dello stesso capoluogo friulano, con la collaborazione tra gli altri dei guardiacaccia della Provincia di Trieste, hanno messo sotto costante sorveglianza il perimetro dell’allevamento di ovini violato di recente proprio tra Lipizza e Basovizza, dopo la seconda predazione che aveva portato il conto delle prede sbranate a cinque pecore e tre capre. Così, potenza della tecnologia contemporanea, il Grande fratello ha immortalato l’ultimo passaggio da quelle parti - avvenuto in un orario scomodo per un’eventuale guardia in carne ed ossa, ovvero le 5 e 30 del mattino dello scorso 20 gennaio - di un esemplare che è con tutta probabilità un lupo vero e proprio, ma che potrebbe essere anche il risultato di un incrocio con un cane.
Lo stesso, è presumibile, che aveva già colpito nella zona. L’ultima parola in ogni caso la daranno, nelle prossime settimane, i test del Dna sulla saliva prelevata dalle carcasse, come conferma Maurizio Rozza, maresciallo guardiacaccia della Polizia ambientale della Provincia. Le coordinate precise dell’avvistamento elettronico portano al lato Nord del pascolo, lo stesso attaccato la prima volta sotto Capodanno. Ebbene, proprio in quel punto - e proprio nella stessa notte tra il 19 e il 20 gennaio - risulta essere stata sbranata un’altra capra, la quarta. Ergo: quel lupo, o quel suo ”cugino” geneticamente molto simile, è con ogni evidenza il responsabile di quella predazione, la terza. È stato beccato, insomma, mentre si avvicinava alla stalla, preparandosi all’attacco. A dieci metri di distanza non di più. Nei 16 secondi della registrazione, dove l’animale appare con occhi luciferini per effetto del puntatore a infrarossi, sta dunque buona parte della verità sugli attacchi di qua del confine.
Non tutta, però, come ammette il professor Stefano Filacorda, ricercatore del Dipartimento di Scienze animali della facoltà di Medicina veterinaria di Udine. È la sua videocamera ad aver ”catturato” l’esemplare. «L’aspetto morfologico che è stato visionato anche da esperti sloveni e croati - precisa Filacorda - ci dice che le probabilità che sia effettivamente un lupo, al di là delle coincidenze con i morsi lasciati finora, sono molto alte. Sarebbe la prima volta in cui un lupo viene filmato in tutto il Friuli Venezia Giulia. La qualità delle immagini, tuttavia, impone ancora prudenza».
Per il ricercatore, infatti, non è da sottovalutare un episodio avvenuto sempre in queste settimane poco oltre il confine di Lipizza, versante sloveno: «Un allevatore ha sorpreso due esemplari che si preparavano ad attaccare un gregge. Il più grande, invece di scappare come fa il lupo che è schivo, si è fermato a ringhiare. Il che ci suggerisce che possa trattarsi di un ibrido. Non è escluso, però, che fino a Basovizza possano spingersi anche i sei veri lupi di razza che vivono nell’area del Monte Taiano e che tanto interesse suscitano nei colleghi di Lubiana».
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