Il Marina Le Cove è sbarrato Diportisti sul piede di guerra

GRADO. Sono arrabbiati. Dovrebbero spostare le loro barche dal Marina Le Cove che, ieri mattina, aveva il cancello sbarrato. Ma si dicono collaborativi e pronti a prendere in mano l’area, sistemandola come vuole il Comune di Grado, pagando anche gli eventuali crediti che l’amministrazione dovesse vantare dai gestori precedenti. Sono i diportisti dell’associazione no profit “Masinette” con referente il presidente Eduardo Leone che risiede a Trieste.
I soci arrivano da tutto Friuli Venezia Giulia (diversi friulani) e anche dal Veneto. Complessivamente sono circa 150, tutti quelli che hanno la loro barca a Marina Le Cove al centro di un contenzioso non di poco conto. Attualmente la maggioranza degli scafi si trovano a terra in rimessaggio mentre a mare, agli ormeggi, ce ne sono ancora una ventina. Per i proprietari di queste barche a mare il termine di sgombero fissato è quello del 17 marzo. Una data inizialmente fissata anche per le barche in rimessaggio, ma è stata stabilita una proroga sino al 15 giugno.
Ieri mattina un gruppo di diportisti si sono presentati alle 10 davanti ai cancelli perché, così hanno spiegato, ci doveva essere un addetto pronto ad aprire l’area per alcune ore. Invece niente. Il presidente della “Masinette” ha indicato il lucchetto chiuso attorno alla catena. E così si sono arrabbiati anche perché, a fronte di questa inaspettata chiusura, hanno cercato di contattare telefonicamente il Comune e anche i vigili urbani senza trovare risposta. La vicenda si ricollega alla precedente gestione dichiarata fallita in quanto debitrice verso il Comune tanto che con l’intervento dell’ufficiale giudiziario e del commissario liquidatore, in una sorta di blitz, il Comune è riuscito a riappropriarsi della sua area che in quel momento era occupata da una società diversa da quella che aveva il contratto di concessione con l’amministrazione. Questa, la Power Company, aveva ceduto, infatti, il ramo azienda alla Sina Carri Evelsystem di Treviso. Ma quest'ultima società non aveva alcuna titolarità sulla concessione, quindi nessun rapporto diretto con il Comune. Proprio questa società, come hanno riferito ieri i diportisti, ha già predisposto gli atti per fare ricorso allo sgombero. Su Viero, titolare della Power Company, e Alessia Azzalli della Sina Carri Evelsystem di Treviso, i diportisti, sempre attraverso il loro portavoce Leone, precisano di non aver nulla da rimproverare a si dicono solidali. Tuttavia vorrebbero diventare loro i concessionari dell’area e per questo intendono avere un incontro con il sindaco Dario Raugna per illustrare le loro intenzioni, come associazione no profit, che in sintesi sono quelle di sistemare tutta l’area, di acquistare e mettere a mare nuovi pontili e di creare delle particolari attività in mare a favore dei ciechi, anche sulla base dell’esperienza di un insegnante di vela che si occupa di questo settore anche a Livorno.
Il sindaco aveva anticipato l’idea del Comune: bonificare e sistemare l’area, poi fare un bando per una nuova concessione ma riservandosi in ogni caso un pontile per metterlo a disposizione delle società remiere locali. I diportisti insistono a non mancano di fare una lamentela: «L’area è ora totalmente incustodita e se da terra ci sono due cancelli chiusi, dal mare invece è possibile penetrare all’interno senza alcun problema. E all'interno ci sono ora oltre 120 barche - dice Leone - che valgono complessivamente circa un milione di euro. Tra l’altro l'anno scorso è stato rubato un motore su una delle nostre barche e due mesi fa c’è stato un nuovo tentativo di furto che è stato sventato dal custode, che era presente anche di notte».
Danino Da Rin di Vigo di Cadore, che ha agli ormeggi una barca di 16 metri in avaria, si sfoga: «Mi sono fatto due ore e mezzo di macchina per arrivare qua e ho trovato i cancelli chiusi, come faccio a riparare la barca e a spostarla per il 7 di marzo? Impossibile».
@anboemo
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