Il “martire fascista” di Sofri riempie il Kulturni dom

Ha preso il sapore del dialogo con il Goriziano la presentazione del libro “Il martire fascista” (Sellerio editore) di Adriano Sofri. Giovedì sera, in un Kulturni dom riempito all’inverosimile, l’ex leader di Lotta continua, invitato da Renato Fiorelli e intervistato dal direttore della Biblioteca statale isontina Marco Menato, ha raccontato al pubblico una storia non troppo nota ma che affonda le sue radici nella Vrhpolje del 1930, nella Slovenia a noi più vicina.
La vicenda del libro è stata già riassunta in questi giorni. È quella, in estrema sintesi, del maestro siciliano Francesco Sottosanti, ucciso da antifascisti sloveni in quanto reo, soprattutto, di sputare in bocca ai bambini che parlassero anche una sola parola nella propria madrelingua, con l’aggravante di essere affetto da tisi. «In realtà ho scoperto che a tenere questa condotta era suo fratello Ugo, anche lui maestro», ha raccontato Sofri, aggiungendo che «in ogni caso, non aveva la tisi, dato che era stato ammesso tra i ginnasti dell’Istituto superiore di educazione fisica».
Nel delirio dell’epoca, Francesco Sottosanti passò comunque come martire. Il giornalista, al termine di una particolareggiata trattazione della sua opera, ha cercato più volte il confronto con il pubblico, conscio di trovarsi di fronte a una platea non imparziale e potenzialmente ben informata sui fatti storici che riguardano il fascismo in queste terre. Sofri, nato a Trieste da madre slovena e padre pugliese, è parso abbastanza conscio delle dinamiche di confine, anche contemporanee. L’autore presenterà a breve il suo lavoro anche in Slovenia, dove si chiedono, per sua stessa ammissione, il perché di tanto interesse per una vicenda dimenticata.
Al Kulturni dom, nel frattempo, il libro è stato in qualche modo un’occasione per esprimere rivendicazioni e rimostranze ancora vive da parte della comunità slovena. Nessun particolare stupore invece, da parte di Sofri, per il fatto che l’Auditorium in via Roma e poi una sala a Casarsa gli siano stati negati. Sul fronte goriziano, comunque, l’attrazione per l’ex leader di Lotta continua rimane anche per ciò che la sua figura rappresenta per una sinistra senza compromessi. –
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