Il maxi-sushi da 105 coperti smantella il cibo sul nastro

Svolta storica per la catena che ha aperto nell’edificio abbandonato da McDonald’s Tanta curiosità alla vernice di un ristorante nippo-cinese che parla anche italiano
Bumbaca Gorizia 08_08_2019 Sushiko inaugurazione © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 08_08_2019 Sushiko inaugurazione © Fotografia di Pierluigi Bumbaca



Taglio del nastro, per quanto solo simbolico, per il nuovo ristorante giapponese della catena Sushiko in via Trieste. Il locale ha aperto i battenti ieri alle 19 come annunciato, senza particolari cerimonie. Da quell’ora in poi si è entrati subito nel vivo. Fin dall’inizio si sono avvicendanti diversi clienti, sotto l’occhio attento del personale. Nell’arco di tre quarti d’ora, i 105 posti disponibili sono stati occupati da donne, uomini, bambini, giovani, insomma gente un po’ di tutti i generi e di tutte le età, intenti a studiare i menù che, come da tradizione, sono piuttosto vasti.

Nei pressi del bancone ad accogliere la clientela c’erano la titolare di origine cinese, Gianna Lin, ma anche il responsabile nazionale delle risorse umane della catena, Giovanni Carlucci. Per tre giorni rimarrà a controllare che tutto sia in ordine. Alla base dell’azienda c’è una struttura di ristoranti asiatici nata nel 2009 a Reggio Emilia. Si tratta della prima realtà nella ristorazione giapponese che ha introdotto la formula “all you can eat in” in Italia e della più grande nel settore nel Belpaese. Per i prossimi anni il suo trend di crescita prevede l’apertura di 15 locali l’anno. Al momento la loro dislocazione è nel Nord e centro Italia. Vedremo come andrà a questo punto l’avventura goriziana.

Per quanto riguarda il design del locale, è un format ideato da due architetti, Emanuele Vergine e Pedram Kalhor. Quest’ultimo ha curato in particolare la sede goriziana di Sushiko, ispirata a un design giapponese rivisitato in chiave giovanile ed elegante, sui toni dell’azzurro e con arredi in legno chiaro. Non si tratta, comunque, di un ristorante “kaiten” . Come ha spiegato Carlucci, «negli ultimi tempi stanno sparendo tutti i ristoranti con il nastro, in quanto si è visto che la qualità del cibo era inferiore». Così anche a Gorizia si viene serviti al tavolo da una serie di giovani camerieri e cameriere di diverse nazionalità. Tanti gli italiani, anche se nella cucina a vista si alternano soprattutto cuochi cinesi.

I menù sono take away, alla carta e all you can eat. I prezzi della formula “mangia fin che puoi” si differenziano a seconda che si arrivi a pranzo e cena, in giornate feriali o festive. Per quanto riguarda l’offerta, troviamo una serie di classici come sushi, nigiri, temaki, chirashi, onigiri, sashimi, gunkan. Per chi non si raccapezzasse, nei menù tutti i nomi sono accompagnati da foto esplicative. Nei prossimi giorni l’orario del locale andrà dalle 12 alle 15.30 e dalle 19 alle 23.30. Giorni di chiusura: nessuno. —



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