Il Mercatino dell’usato ora spinge per ripartire Gradisca prende tempo

Luigi Murciano / GRADISCA
Sarà probabilmente una corsa contro il tempo quella per fare in modo che Gradisca d’Isonzo riesca a ospitare nuovamente il suo Mercatino dell’usato, che si svolge tradizionalmente ogni terza domenica del mese. Già, perché quella di domenica 21 sarebbe la prima edizione del Mercatino post Covid-19. Nella giornata di ieri Paolo Mucchiut, presidente delle associazioni “Gradisca è” e Bazar Mediterraneo e papà delle popolari bancarelle che animano il centro della Fortezza, ha fatto pervenire alla Polizia locale il suo piano per garantire la riuscita della manifestazione.
A differenza del mercato bisettimanale e di quello a km 0 di Campagna Amica, che effettuano un servizio pubblico e hanno una funzione commerciale, il Mercatino dell’usato non aveva potuto riaprire i battenti dopo la fine lockdown di maggio in quanto considerato un evento hobbystico a tutti gli effetti, con un’affluenza importante come quella cui aveva abituato negli ultimi anni. E che oggi rischierebbe di tradursi nel rischio di assembramenti. Anche a livello nazionale e regionale era necessario dunque approfondire se e con quali modalità fiere e mercatini potessero ripartire. Mucchiut dal canto suo non se ne è certo rimasto con le mani in mano e ha redatto il proprio progetto per la rinascita del Mercatino gradiscano. A partire da un doloroso “taglio” al numero di espositori autorizzati, che dai 250 degli ultimi tempi dovrà essere ridotto a circa 80-100 bancarelle. Lo scopo, mantenere fra i vari stand la distanza di due metri nell’area di piazza Unità (difficilmente sarà concesso viale Regina Elena).
«A quel punto il problema che si poneva era con che criterio ammettere gli espositori – racconta Mucchiut –. L’idea è stata quella di privilegiare per ora quanti negli ultimi tre anni hanno garantito presenze per 12, 11 o 10 mensilità». Nel progetto ora allo studio del Comune anche una sorta di “autocertificazione” per gli espositori, che dovranno attestare di non avere contratto il virus o essere entrati in contatto con persone contagiate, l’impegno a utilizzare mascherine, guanti e dispencer per l’igienizzazione, a non appoggiare la merce in terra, a smaltire ciascuno i rifiuti prodotti, a utilizzare le entrate e uscite predisposte. A rischio la presenza di espositori di vestiti e scarpe usate. Ora il Comune farà le proprie controdeduzioni: «Già oggi valuteremo le proposte degli organizzatori. Chiaro che ci sono alcune criticità da analizzare sulla base delle linee guida, ma confidiamo di trovare delle soluzioni» dice il sindaco Linda Tomasinsig. —
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