Il mistero del coltello insanguinato

Come ogni giorno verso le 9 ha sollevato la saracinesca del suo negozio di abbigliamento in via degli Artisti ma lo scorso giovedì mattina Fabrizio Zarotti ha trovato una brutta sorpresa. Un coltello sporco di sangue, simile a quelli usati a tavola per tagliare la carne, lungo poco più di 25 centimetri, con il manico in plastica nera e bruciacchiato sulla punta. «È evidente che qualcuno per disfarsene durante la notte lo ha gettato oltre la grata», valuta Zarotti, ex giocatore di pallacanestro e oggi gestore del negozio Bora Nera, il marchio di abbigliamento da lui creato. «Ho immediatamente chiamato la polizia - racconta - e in pochi minuti sono stato raggiunto da una macchina dei carabinieri che era già in zona. Hanno fotografato il coltello e con i guanti l’hanno inserito in un sacchetto e portato via».
Il negoziante ha a sua volta immortalato il coltello pubblicando poi la foto su Facebook. «Non posso dire a priori che sia stato gettato qua da uno degli ospiti dell’albergo in via degli Artisti - scrive sulla sua pagina a corredo della foto -, di certo non è un segnale che infonde sicurezza in chi vive in questa zona». «Ognuno deve sentirsi libero di rientrare a casa o di passeggiare anche a tarda ora senza aver paura», aggiunge. La notizia del ritrovamento del coltello ha fatto subito il giro tra abitanti e commercianti della zona. Per qualcuno è la punta dell’iceberg di una situazione già segnalata da tempo. Per altri potrebbe anche trattarsi di un’arma usata per un regolamento di conti altrove e poi gettata proprio in quel punto della città dove non ci sono telecamere e dove la notte non c’è passaggio di automobili e di persone. «La zona versa in uno stato di degrado - avverte Zarotti - ed è un pessimo biglietto da visita anche per i tanti turisti che passano in questo punto di Trieste». «Sulla scala intitolata a Cecchelin - segnala - ci sono spesso persone che orinano o che abbandonano immondizie: l’inciviltà non ha limiti». E qualche settimana fa lo stesso Zarotti ha ripreso con piglio deciso alcuni balordi intenti a fare la pipì proprio su quella scala, a pochi metri dal suo negozio. «Non vorrei che quel coltello fosse un avvertimento, una minaccia indirizzata a Zarotti proprio da chi è stato ripreso», valuta il titolare dell’agenzia immobiliare Pizzarello che con le finestre si affaccia proprio su quel punto della via e che ha assistito alla discussione tra l’ex giocatore di pallacanestro e i maleducati. «Lo escludo categoricamente - sostiene Zarotti -, erano dei disperati. Non ho problemi con nessuno, non ho motivo di pensare sia un avvertimento o un modo per intimorirmi». L’ex giocatore è grande e grosso e la vista di quel coltello non ha creato in lui preoccupazioni, non ha paura. «Non è certamente un bel segnale - dichiara Tiziana Radin che assiste un’anziana in via Donota - e spetterà alle forze di polizia capire se si tratta di sangue umano o di animale. Forse avranno già chiesto al Pronto soccorso se si è presentato qualcuno con ferite compatibili con quelle inferte da un coltello». In molti presumono che qualcuno abbia prima usato quel coltello per ferire qualcuno, per un regolamento di conti, e che poi scappando lo abbia gettato dentro a quella saracinesca. Nessuno durante la notte prima del rinvenimento del coltello ha sentito nulla, né urla né schiamazzi. Sul marciapiedi e sulla strada di via degli Artisti non sono state notate tracce di sangue. (l.t.)
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