Il mondo Solvay riscoperto da Anna Maria Sanguineti

Per capire quanto importante sia stata la Solvay per il tessuto sociale di Monfalcone bastava essere presenti in Biblioteca alla presentazione di “Solvay, una sodiera a Monfalcone 1911-1969” di Anna Maria Sanguineti protagonista del nono “Giovedì del Libro”. Tutti i posti occupati da figli, nipoti e discendenti dei dipendenti Solvay, in gran parte cresciuti nella Colonìa, che hanno voluto rituffarsi nelle proprie origini, che poi sono le stesse di un’azienda che è stata simbolo di Monfalcone, assieme ai cantieri. «È un orgoglio vedere quanto interesse c’è verso la storia della città in occasione di appuntamenti come questo – ha introdotto la presentazione l’assessore alla Cultura Paola Benes –, questi volumi aiutano a tener viva l’attenzione sulle caratteristiche della socialità di Monfalcone, di come si è stratificata nel corso dei decenni». L’assessore ha anche sottolineato come il libro sia stato stampato a proprie spese da Anna Maria Sanguineti, «che ha voluto offrire un contributo alla cittadinanza anche economico, oltre che di ricostruzione storica». «È un libro che riesce a divulgare senza banalizzare – ha aggiunto Stefano Olivo – perché non fa solo cronaca ma entra anche nella psicologia delle diverse figure, a partire da quella di Ernest Solvay». Il momento clou è stato l’intervento di Anna Maria Sanguineti che si è soffermata sulla storia aziendale, sulle riforme previdenziali e sociali portate in città da un uomo illuminato come il fondatore, ma anche sul significato intrinseco di questo volume, che segue, 7 anni dopo, quello sulla Colonìa Solvay. «Quello era un volume per lo più sentimentale – ha spiegato l’autrice – questo è un libro di ricerca. È un compendio di storia Solvay pensato per i giovani: voglio che ci sia un volume di riferimento per quei ragazzi, nipoti e discendenti di dipendenti Solvay, che scegliessero, un giorno, di dedicare una tesi a questa realtà tanto importante per Monfalcone».(m.n.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo