Il Museo della cantieristica sposa il tour dentro le navi

Missione a Milano a caccia di visitatori da portare all’interno dell’ex albergo operai Il modello francese di Saint Nazaire abbina la storia alla visita nello stabilimento
Bonaventura Monfalcone-23.03.2017 Visita al museo MU.CA- Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-23.03.2017 Visita al museo MU.CA- Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
INVIATO A MILANO. Il Muca di Monfalcone attrazione culturale e turistica come il museo dei Chantiers de L’Atlantique a Saint Nazaire in Francia, lo stabilimento a cui sta guardando Fincantieri. «Il museo della cantieristica di Saint Nazaire lo scorso anno ha registrato 46mila presenze - fa notare il sindaco Anna Cisint - e a Monfalcone dobbiamo fare lo stesso. Quel cantiere rappresenta l’orgoglio della Francia, la città ha un legame d’ amore e i turisti non visitano solo il museo, ma anche il cantiere. Lo stesso legame che dobbiamo coltivare con il cantiere di Panzano che è l’orgoglio di Monfalcone e dell’intera nazione, rappresenta la bellezza delle navi da crociera e la maestria dei nostri artigiani».


Non solo visite al Muca dunque ma anche all’interno dello stabilimento «Magari a bordo di pullman chiusi per risolvere i problemi di sicurezza» insiste il sindaco. Non è solo una proposta, è un progetto del Comune, come l’inizio di un percorso di alleanza tra Monfalcone e il Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia a Milano. Quello stesso museo che ieri ha ospitato Monfalcone per una giornata speciale dove si è parlato del cantiere e di un vero e proprio viaggio attraverso le produzioni navali e l’arte di Marcello Mascherini. Un artista che ha fatto la storia e ha portato la sua arte nei grandi transatlantici e ieri era presente idealmente visto che la presentazione si è svolta nella salone delle feste del transatlantico del Conte Biancamano. È uno dei pezzi più affascinanti del museo, il ponte di comando è stato sezionato e rimontato nel 1961, una struttura alta 16 metri che padroneggia nell’enorme edificio del museo e che vede il salone trasformato in sala per manifestazioni ed eventi. In mezzo alle colonne il grande fregio di Mascherini che raffigura il mito di Giasone e il vello d’oro.


Quel salone e quel fregio, in materiali speciali per allora (uno stucco plastico innovativo per l’epoca) che venne realizzato nel 1947 quando il transatlantico, dopo varie traversie e passaggi di mano (prima transatlantico per 10 anni lungo le tratte Genova-New York, poi mezzo di trasporto delle truppe italiane in Africa Orientale nella prima guerra, sequestrato, infine usato dall’esercito Usa nella seconda guerra mondiale) fu restituito all’Italia e riallestito come nave passeggeri proprio nei cantieri di Monfalcone.


Il museo di Saint Nazaire paradossalmente è la sola voce redditizia dell’economia del cantiere, a Monfalcone dove Fincantieri compete nel mondo con le navi da crociera e ha la fetta più grande del mercato della navi bianche, il lancio del Muca con lo stabilimento di Panzano, la città e i suoi edifici storici nati attorno al cantiere e l’ambiente unico con il Carso e il Mare può diventare un ulteriore volano di sviluppo.


Ne è convinta la stessa Fincantieri che ieri a Milano era presente con la Fondazione e ha presentato un altro evento in città. La mostra Metamorfosi, dai Liners alle navi da crociera, che si aprirà venerdì alla Galleria d’arte contemporanea, curata da Maurizio Eliseo e Nicolò Capus dell’Associazione culturale Italian Liners, con il sostegno di Comune e Regione. «Un nuovo grande evento che la Fondazione Fincantieri ha voluto organizzare per la città e per la gente di Monfalcone - ha sottolineato il direttore Alessandro Bais - e vogliamo annunciarlo simbolicamente qui a Milano dentro un pezzo di nave fatta a Monfalcone. La Fondazione Fincantieri lavora da 10 anni, ha un patrimonio storico di alto rilievo che narra la storia dei cantieri che vogliamo mettere a disposizione della gente». La mostra segue quella su Saturnia e Vulcania e quella sugli Idrovolanti. «Ora ripartiamo dal primo dicembre del 1959 - aggiunge Bais - in cui per la prima volta compare la Fincantieri sulla scena e inizia la storia dei successi della cantieristica italiana». Storia iniziata dai lustri della Raffaello e Michelangelo, un successo durato pochi anni per la concorrenza senza rivali degli aerei di linea sulle rotte tra Italie e Stati Uniti, ma che resterà nella storiz visti i personaggio dello spettacolo e dello sport che hanno fatto diventare leggende quelle navi bianche. Da Dustinn Hoffman a Richard Burton e Liz Taylor, da Raffaella Carrà a Nivo Benvenuti che nel 1967 aveva preso la Raffaello per andare negli Usa ad affrontare Elmile Griffith. Dopo quei transatlantici il successo ricominciato con la Crown Princess di Renzo Piano. Il Muca può sognare e volare alto, lo ha confermato Marco Iezzi curatore della sezione trasporti del Museo della scienza, ma anche la Fondazione Carigo con Giulio Valentini che ieri a Milano ha confermato la svolta che vuole imprimere sul territorio l’ente. Non più interventi spot ma collaborazioni strutturali di grande rilievo. Iniziando dal Muca.


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