Il pane rimasto invenduto sarà distribuito ai poveri

Eliminare gli sprechi e offrire al contempo un aiuto concreto a chi, letteralmente, fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. Nel modo allo stesso tempo più semplice e diretto, ma anche più simbolico possibile. Con un tozzo di pane da consumare ogni giorno, per quello che dovrebbe essere un diritto quotidiano di tutti e invece, anche nella nostra società di oggi, è spesso un lusso.
Acli e Confartigianato provano a lanciare a Gorizia un progetto interessante e innovativo, che fonde solidarietà e razionalizzazione delle risorse: “Il pane del giorno prima”. L'iniziativa è ancora allo stato embrionale, ma le possibilità di trasformarla presto in realtà sono concrete e l'idea sarebbe quella di rendere il progetto, se possibile, permanente. “Il pane del giorno prima” non è altro che il pane avanzato sugli scaffali di panifici, alimentari e supermercati del territorio, che anziché essere buttato, oppure essere distribuito in modo episodico e scoordinato, verrà convogliato in una rete di raccolta e distribuzione che possa rispondere alle reali esigenze delle famiglie e delle persone indigenti che vivono a Gorizia e nell'Isontino. In questo modo, una volta che il meccanismo sarà partito e avrà oliato bene i suoi ingranaggi, non solo non vi saranno persone senza un pezzo di pane per sé e le loro famiglie, ma verranno eliminati anche gli sprechi dell'invenduto, che inevitabilmente resta sugli scaffali di tutti i negozi ogni giorno. «Dal nostro punto d'osservazione notiamo quotidianamente le decine e decine di situazioni di povertà e disperazione che esistono sul territorio – dice la presidente delle Acli provinciali Silvia Paoletti -. Io stessa personalmente so di negozi o supermercati dove persone in difficoltà, spesso anche anziane, sono costrette a rubare per portare a casa un pezzo di pane, o una salsiccia. Ecco allora che vorremmo lanciare un progetto che unisca artigiani panificatori, grande distribuzione e associazionismo, e creare una rete in grado di rispondere alle necessità dei meno fortunati». Le Acli fungerebbero da regia dell'operazione, mentre a Confartigianato spetterebbe il compito di coordinare e coinvolgere i panificatori. «Verificheremo la disponibilità degli artigiani – dice il presidente di Confartigianato Gorizia Ariano Medeot -, e sensibilizzeremo tutto il settore, coinvolgendo magari anche chi, individualmente, dà già vita a simili iniziative solidali. L'idea sarebbe quella di iniziare in via sperimentale, per proporre poi un servizio stabile e duraturo nel tempo». Della “partita” farebbero parte anche le associazioni di volontariato e, ovviamente, la Caritas, tanto per individuare i soggetti beneficiari dell'iniziativa, quanto per creare un canale di raccolta e distribuzione. Di certo il “Pane del giorno prima” vorrebbe imporsi di più e meglio rispetto all'iniziativa simile condotta proprio da Acli e Confartigianato un anno fa, quando per tre giorni una ventina tra panificatori e pasticceri dell'Isontino raccolsero fondi da destinare al Fondo straordinario per le famiglie in salita creato dall'Arcidiocesi per attivare borse lavoro e altri strumenti a sostegno delle persone in difficoltà. Ma la classica “cassetta delle offerte” accanto alla cassa non convinse fino in fondo i goriziani, e il progetto non decollò. Ora, invece, non ci sarebbe nulla da spendere e nulla da donare: più semplicemente, si smetterebbe di sprecare quanto avanza, regalando un sorriso a chi non se lo può permettere.
Marco Bisiach
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