Il Parco Coronini resta ancora chiuso «Da chiarire i rischi sulla responsabilità»

Manca, eccome. Perché, senza il parco Coronini Cronberg, Gorizia è priva di uno dei suoi spazi più belli. Certo, il parco c’è ancora. Ma da un anno, dalla tragica scomparsa di Stefano Borghes caduto nel pozzo del parco, non è più stato aperto.
Come non pensare, allora, alle proiezioni serali dell’Amidei, spostate in piazza Vittoria, che tante e tante volte quel parco aveva accolto? E come trascurare i suoi lavori di riqualificazione che, in tempi recenti, dopo le iniziali perplessità avevano convinto i goriziani, permettendo di svelare i suoi suggestivi angoli, per una vita coperti dalle piante?
Ma, in fondo, ciascuno di noi ha uno o più ricordi legati al parco Coronini. Ecco perché, nell’enorme rispetto che si deve e si dovrà sempre avere per Stefano e per il dolore della sua famiglia, ci manca. Al momento, per essere chiari, soltanto l’area vicina al pozzo è stata posta sotto sequestro, mentre il resto del parco potrebbe essere aperto alla cittadinanza.
«Prima di procedere con la riapertura, dobbiamo comprendere gli orientamenti della Procura, che sta compiendo le indagini sulla morte del piccolo Stefano Borghes. Abbiamo riportato alle luce la gloriette e altre meraviglie del parco, ma appunto ora dobbiamo capire cosa potrebbe accadere in caso di incidenti o tragedie, come quella del luglio scorso che ha peraltro colpito tutta la città, o anche solo di minimo infortunio. Soprattutto, dobbiamo evitare che quanto accaduto accada di nuovo». A parlare è Rodolfo Ziberna che, quale sindaco di Gorizia, è anche presidente della Fondazione Coronini Cronberg.
«Tengo a precisare che la Fondazione Coronini Cronberg era già dotata di un piano per la sicurezza che, ovviamente, riguarda anche il parco – prosegue il sindaco –. Nonostante tale piano, però, si è verificata una tragedia, con gravi conseguenze anche su un piano giudiziario e ora dobbiamo aspettare la chiusura delle indagini: insomma, le decisioni della Procura. Perché se nonostante un piano di sicurezza siamo stati indagati c’è qualcosa che per il futuro deve venire rivisto. Ora, il palazzo è aperto e sta ospitando una mostra, con ingressi che seguono scrupolosamente le norme anti Covid. Per il resto, dobbiamo capire quali accorgimenti prendere e quali saranno le risorse necessarie: non potremmo infatti permetterci investimenti onerosi, fermo restando che la Fondazione Coronini è una realtà privata, quindi il Comune non può intervenire sotto il profilo economico. Quanto al suo parco, è indubbiamente un polmone non solo per i turisti, ma per tutta la città. Essere indagati, però, non fa piacere a nessuno».
Come ricorda Ziberna, l’attività della Fondazione Coronini non è comunque ferma. Attualmente, è in corso la mostra Gli animali della nobiltà. Dalla caccia al salotto tra status symbol, allegoria e affetto curata da Cristina Bragaglia. L’esposizione resterà aperta fino al 9 gennaio 2022, dai mercoledì alle domeniche dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. La prenotazione è fortemente consigliata telefonando allo 0481.533485 o scrivendo una mail a info@coronini.it. Gli ingressi sono contingentati, le visite si tengono all’inizio di ogni ora e sono esclusivamente guidate. Per l’iniziativa è stato realizzato un catalogo pubblicato dalla Leg. —
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