Il passante non regge grande ingorgo a Nordest

L’imbuto si è spostato verso il Friuli Venezia Giulia. È stato il primo week-end di vero esodo estivo a mostrare la piena emergenza che vive l’autostrada A4. Il passante di Mestre è diventato un unico serpentone di automobili, con le auto paralizzate anche per quattro ore
Il primo weekend di vero esodo estivo ha mostrato la piena emergenza che vive l’autostrada A4 e la necessità di realizzare in tempi rapidi la terza corsia. Il passaggio da un’autostrada a tre corsie (il passante di Mestre) a una a due corsie, appunto la Venezia-Trieste, ha creato un «tappo» che sabato mattina, proprio sul passante, ha generato 32 chilometri di coda. Nel pomeriggio è stata disposta la chiusura del bypass, non senza polemiche. Migliore la situazione nella tratta autostradale gestita da Autovie Venete, dove si sono raggiunti al massimo 9 chilometri di coda a Lisert, punto critico insieme al nodo di Palmanova e Latisana. Nella notte tra venerdì e sabato si erano raggiunti picchi di traffico pari a 3 mila passaggi l’ora e ieri si sono superati i 140mila transiti (contro i 110 mila di una giornata annuale media).


CAOS AL PASSANTE.

La vera emergenza dell’inizio di agosto si è registrata in territorio veneto: dal comune di Spinea fino a Quarto d'Altino, il passante di Mestre è diventato un unico serpentone di automobili, con le macchine paralizzate anche per quattro ore. Nel primo pomeriggio il bypass mestrino è stato quindi chiuso e il traffico deviato sulla tangenziale per una mezz'ora circa, per tentare di ridurre le code. Ma anche questa soluzione è durata poco, visto che stava solo aumentando i punti di crisi spostando la coda anche al nuovo casello di Venezia Est e alla confluenza dell’A57 tangenziale di Mestre con l’A4. Il presidente dell'Anas Pietro Ciucci ha già chiesto all'Ispettorato di vigilanza concessionarie autostradali «un’immediata verifica ispettiva su quanto accaduto» mentre Telefono Blu ha invitato turisti e automobilisti intrappolati nell’«imbuto» a fare ricorso contro Autostrade.


BARRIERA LISERT.

In Friuli Venezia Giulia il punto più critico è risultato la barriera di Lisert, tanto che l’assessore regionale Riccardo Riccardi (ieri ha ispezionato la rete con l’elicottero della Protezione civile) ha indicato come una priorità la nuova barriera. In una giornata feriale di traffico normale l'autostrada da Venezia Est al Lisert viene percorsa in circa 75 minuti, ieri in circa tre ore. «È dunque la barriera di Trieste Lisert, accanto ovviamente alla realizzazione della terza corsia autostradale, uno dei maggiori punti critici – ha indicato Riccardi - che deve essere risolto, reimpostando e adeguando la stazione con l'aggiunta di alcune nuove piste». A rallentare ulteriormente la circolazione è stato anche l’utilizzo limitato del telepass: proprio al Lisert, infatti, nelle giornate di esodo, l’uso del pagamento automatico diminuisce addirittura dal 47 al 23%.


CODE E INCIDENTI.

Altri rallentamenti si sono registrati in uscita anche a San Donà di Piave (dove i transiti sono passati dai 3 mila 760 a 4 mila 893 con un incremento del 30,1%) e tra l’allacciamento dell’A28 con l’A4 in direzione Nord. In forte aumento anche i transiti al casello di Portogruaro (utilizzato da chi si dirige a Caorle), passati dai 4 mila 978 di sabato 2 agosto 2008 ai 5 mila 681 di ieri, con un incremento del 14,1%. Dalla mezzanotte di venerdì al pomeriggio di sabato lungo la rete di Autovie si sono verificati otto incidenti ma tutti di lieve entità e senza feriti. Lo spegnimento di un’auto andata in fiamme a Lisert ha portato a un ulteriore rallentamento del traffico.


GESTIONE EMERGENZA.

Autovie Venete ha messo in atto fin dalle prime ore della mattina tutte le misure d’emergenza disponibili: 10 mila bottiglie di acqua sono state distribuite dal personale della concessionaria e dalle squadre di volontari della Protezione civile lungo la rete. L’assessore Riccardi ha evidenziato «l’impegno dei tecnici di Autovie Venete (oltre 200 le persone operative in questa giornata) e lo straordinario apporto dei volontari della Protezione civile (due le squadre operative e molte quelle allertate in caso di necessità) i quali, ancora una volta, hanno dimostrato di rappresentare una risorsa insostituibile per la regione».

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