«Il passo indietro di Marzi ci faccia riflettere La sintesi andava trovata senza le primarie»

l’intervista
muggia
«Le primarie erano inopportune. Il passo indietro del sindaco Laura Marzi è stato importante. Dobbiamo riflettere su come siamo arrivati a non decidere». Stefano Decolle, assessore Pd in carica e uomo di punta della giunta uscente (rinchiusosi in un religioso silenzio dal giorno della candidatura del vicesindaco Francesco Bussani, di cui viene definito “antagonista”, “rivale” in casa dem, fino a quello del passo indietro di Laura Marzi), dice ora la sua su questa parentesi convulsa per il centrosinistra e sulle prospettive per Muggia.
Si dice che tra lei e Bussani ci sia della rivalità, dovuta al ruolo di vicesindaco a lui assegnato nel 2016, nonostante la sua “anzianità di servizio” nel Pd e il risultato che l’aveva visto, pur di un solo voto, più suffragato. È vero?
«Più che rivalità, sana competizione. Mi faccio aiutare da Churchill: “Il problema consiste nel fatto che gli uomini non vogliono essere utili ma importanti”. Ecco, non ambisco ai gradi, piuttosto voglio, e spero, di essere utile come tanti muggesani che ogni giorno lavorano per la comunità. Attenzione, utili sì ma non utili idioti che si lasciano abbindolare».
Si aspettava la candidatura di Bussani?
«Era nell’aria, come lo era già cinque anni fa, poi il Pd scelse di appoggiare la candidatura di Valentina Parapat».
Dopo il garibaldino “obbedisco” di fronte alla scelta del partito di candidare nel 2016 Parapat alle primarie contro Marzi, questa volta non ha pensato nemmeno per un istante di candidarsi?
«No. Perché penso che le primarie siano uno strumento serio che va usato intelligentemente e non perché non si riesce a trovare sintesi sui tavoli di confronto. In questo momento storico le primarie sono del tutto inopportune e Marzi ha fatto un gesto personale e non politico molto importante per tutti. Più che ringraziarla si deve riflettere su come siamo arrivati a non decidere».
In queste settimane è stato l’unico esponente di spicco del Pd locale a non rilasciare dichiarazioni. Perché?
«Perché qualsiasi cosa si diceva poteva essere interpretata senza chiedermi, magari, di approfondirla, allora ho scelto un silenzio che comunque ha parlato».
Cosa ne pensa del fatto che a Marzi non è stato permesso di tentare il secondo mandato? Un po’ come Russo-Cosolini la scorsa volta a Trieste.
«Marzi, ripeto, per suoi motivi personali che non si discutono, non ha ritenuto idoneo il modo per arrivare alla definizione della candidatura, al contrario di Cosolini».
Quale prospettiva per Muggia dopo il Covid?
«Sarà un altro mondo. Sarà indispensabile destrutturare il nostro modello di “ente pubblico” per avvicinarlo alla comunità. Non basta pensare al “palazzo burocratico”, c’è da ripensare alla comunità. Deve cambiare l’approccio verso il “palazzo”: se le richieste continueranno a essere legate all'interesse personale del singolo, non servono sindaco, giunta e Consiglio, bastano i funzionari. Se invece la comunità si interrogherà sul perché i nostri ragazzi a 20 anni fuggono a Trieste, o più lontano, o sul perché, nonostante le buone intenzioni elettorali, la distanza tra cittadini e istituzioni aumenta, allora sindaco, giunta e Consiglio riavranno quella dignità ora un po’ appannata».
Da dove cominciare?
«Da dove siamo ora. Dobbiamo essere capaci di concludere il pensiero sul fronte mare andando a ripensare alla Base logistica di Lazzaretto. È stata usata durante la quarantena di un anno fa, allora studiamo di prenderla in carico, magari in convenzione con Regione e Asugi, pensiamo ad una struttura alberghiera che possa essere riconvertita, alla bisogna, in struttura sanitaria. Però principalmente facciamone una struttura alberghiera e così potremmo dire che da Muggia ad Ancarano abbiamo cambiato le prospettive».—
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