Il pastore belga Nina e i suoi “colleghi” si allenano sul Carso

Durante la ricerca di persone disperse, il loro apporto risulta spesso decisivo per salvare delle vite. Lo scorso fine settimana - sabato a Campo Romano e ieri al Bunker H di Opicina - ha avuto luogo un’esercitazione organizzata dalla Federazione italiana Ricerca e soccorso, che ha visto impegnate 25 unità cinofile e 50 volontari provenienti sia dal Fvg che da Toscana, Marche, Veneto e Lombardia. Le attività prevedevano simulazioni di ricerca di persone disperse in superficie, travolte da macerie, e di ricerca con la tecnica del “mantrailing”, cioè con l’unità cinofila “molecolare”, in grado di rintracciare una persona grazie all’olfatto. La due giorni è stata coordinata dal responsabile della delegazione Fvg della Federazione, Maurizio Calabrese, e dai tecnici del Comitato tecnico federale. «Attualmente la provincia di Trieste è scoperta come unità cinofile mentre in regione le stanno addestrando, sono poche, quindi siamo limitati negli ultimi anni nell’attività di affiancamento ai vigili del fuoco», spiega Calabrese.
«Siamo riusciti, anche grazie a Polidori, a promuovere un’esercitazione di due giorni sul Carso – prosegue – dove sono in vigore decine di regolamenti tra cui districarsi». Nel corso della mattina di sabato, proprio il vicesindaco Paolo Polidori ha voluto salutare i volontari cinofili impegnati e ringraziarli per il loro impegno.
L’addestramento di un cane da soccorso solitamente inizia tra i sei e i 18 mesi e poi prosegue per i successivi due anni di formazione. Tutti i cani da soccorso della Federazione sono di proprietà dei loro conduttori e quindi convivono con loro nella vita di tutti i giorni, creando un rapporto speciale e simbiotico.
Il pastore belga Malinois di nome Nina ha tre anni e da quando ha due mesi e mezzo fa ricerca con Gianluca Cerigioni, un maestro di tennis che si è appassionato per caso al soccorso. «Durante una passeggiata al porto di Ancona – racconta Gianluca – c’era la Vespucci con la Protezione civile, che mi ha suggerito un corso da cane da soccorso». Solitamente Nina è la più piccola di ogni compagnia dato che la maturazione per il soccorso di un cane avviene verso i cinque anni. «Devo ancora imparare tanto come conduttore – spiega Gianluca – perché lei è la “Ferrari dei cani” e non sbaglia mai, mentre la mia inesperienza la può portare a commettere errori». Anche per Gianni Lambiase del gruppo di Calenzano (Pisa) l’addestramento è un continuo lavoro di coppia: «Tutti i giorni si fa un passo avanti e nella testa del cane è come se si riempissero dei cassettini con determinati comportamenti per ogni contesto, che al momento giusto poi sa tirare fuori». Come dice Gianni, ogni cane ha il suo carattere e il suo flated coated retriver di quattro anni ha una modalità doppia: «Passa da essere dolcissima a essere un missile, operativa in un attimo». Loro due partecipano a circa una missione al mese in Toscana. «Ogni ricerca ha una sua storia e tutte sono difficili – spiega – perché non è facile trovare i dispersi. A volte sono solo supposizioni. E magari non ci sono nemmeno. Poi, per il cane ci sono tante difficoltà, dal caldo che lo affatica al vento che sposta gli odori».—
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