Il porfido sprofonda lungo corso Verdi E il Comune tenta la rivalsa sulla ditta

Interventi continui per tamponare l’area davanti ai giardini Parte una richiesta per ottenere le spese per il ripristino
Bumbaca Gorizia 12_05_2019 Corso Verdi zona giardini cubetti porfido rovinati © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 12_05_2019 Corso Verdi zona giardini cubetti porfido rovinati © Fotografia di Pierluigi Bumbaca



«Fare e disfare è tutto un lavorare», dicevano i nostri vecchi. E Gorizia pare essersi, ahinoi, specializzata fra pietre che si staccano e selciati che invecchiano precocemente. L’ultimo caso in corso Verdi, nel tratto rifatto qualche anno fa, davanti ai Giardini pubblici. I cubetti di porfido tendono a staccarsi e gli operai comunali sono costretti, molto spesso, a intervenire per ancorarli in qualche maniera.

Ma il Comune ha iniziato contestualmente anche un’operazione di rivalsa nei confronti della ditta che si occupò dei lavori. A entrare nel dettaglio Alessandro De Luisa, dirigente del settore Lavori pubblici. «Abbiamo cercato di intaccare – spiega – la garanzia di esecuzione postuma ai lavori per cercare di recuperare i soldi necessari per rimettere in sesto quel tratto disgraziato». Succede, infatti, che l’acqua piovana non riesca a drenare e a defluire visto che si raccoglie al centro della carreggiata. Con il passaggio delle auto, viene assorbita dal selciato che diventa così sconnesso anche per le sollecitazioni dovuto al passaggio delle auto. Il Comune, pertanto, contesta che il lavoro sia stato effettuato a regola d’arte e vuole rivalersi, in qualche maniera, sulla ditta esecutrice dei lavori.

Il tema è stato affrontato anche nell’ultimo Consiglio comunale con l’esponente della Slovenska skupnost David Peterin che ha denunciato lo stato della pavimentazione in porfido in corso Verdi e chiesto un tempestivo intervento di ricostruzione. «Una situazione che, come è emerso dalla risposta all’interrogazione, ha portato gli uffici comunali a quantificare il danno e aprire un contenzioso con la ditta esecutrice dei lavori», conferma Peterin.

E dire che il porfido sembrava essere stato steso con grande perizia, senza apparenti avvallamenti, a regola d’arte. Molto eleganti anche le fughe attorno ai cubetti di pietra realizzate con cemento “colorato” che ricordava la tinta del porfido.

Non solo. In corrispondenza del passaggio, sottoterra, dell’antica grapa (il fossato esterno alle mura medievali che cingevano la cosiddetta “città bassa”) venne realizzato un tipo di pavimentazione diversa con pietre di colorazione diversa e disposte seguendo un’altra geometria proprio per dare un segno di discontinuità. Un milione di euro fu il costo.

Questo era corso Verdi, rifatto non molti anni fa, nel tratto davanti ai Giardini pubblici: un vero e proprio salottino rifinito con cura e grande cura estetica. Perché il verbo declinato al passato? Perché oggi quel porfido, quello stesso porfido, è in sofferenza perché ha dato segni di cedimento. «Ormai si è perso il numero degli interventi degli operai comunali per rendere meno ballerini i cubetti di porfido», fa notare chi lì ci lavora e risiede. Peraltro, forse per velocizzare l’intervento, non è stato più utilizzato il cemento colorato per rifinire le fughe ma quello classico, grigio. «Ed è come un pugno in un occhio», la protesta di un residente che non ha esitato a contattare la redazione per denunciare il problema.

Corso Verdi rischia di finire nello stesso calderone delle piazze Vittoria, Sant’Antonio, Cavour, per non dimenticare le piazze cormonesi, quella di Monfalcone o di Palmanova.

Era il maggio 2016 quando apparì, di punto in bianco, una squadra di operai che iniziò a lavorare sul selciato completamente rifatto da poco. Immediatamente, i goriziani iniziarono ad interrogarsi: ma come? Quel tratto da poco riqualificato va già a pezzi? E già bisogna intervenire? —





Riproduzione riservata © Il Piccolo