Il premio San Giuseppe alla panetteria Pellizzon Testimone passato ai figli nel nome di Giovanni

Una tradizione che dura ormai da 54 anni a Ronchi dei Legionari celebrata con il riconoscimento a una storica famiglia di artigiani 
Bonaventura Monfalcone-20.03.2019 Premio San Giuseppe-Famiglia Pellizon-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-20.03.2019 Premio San Giuseppe-Famiglia Pellizon-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

la storia



Un riconoscimento alla memoria, quello a Giovanni Pellizzon e, assieme, un riconoscimento a chi, oggi, prosegue una tradizione imprenditoriale che dura ormai da 54 anni. È andata al panificio e pasticceria Pellizzon, infatti, l’edizione 2019 del premio San Giuseppe artigiano, promossa a Ronchi dei Legionari dal circolo Beato Giuseppe Toniolo. L’artistica pergamena realizzata dal professor Alfio Perco, con su impresse le motivazioni del premio, è stato consegnata a Lorenzo Pellizzon, che, assieme alle sorelle Elena e Paola, continuando l’attività del papà Giovanni iniziata nel 1965, gestisce ancora oggi, con competenza e passione, la storica panetteria e pasticceria di via 4 Novembre, nel pieno centro cittadino ronchese. Una storia, dunque, che arriva da lontano, fatta di passione, sacrifici, volontà e grande attaccamento al lavoro.

Nato da papà Candido e mamma Adelaide nel 1931, Giovanni era il quinto di nove fratelli. Sin da giovane si è dedicato all’attività artigianale nel settore della panificazione e pasticceria, collaborando nel laboratorio di uno dei suoi fratelli a Gorizia. Nel 1965, con la sua famiglia, trasferisce a Ronchi dei Legionari, avviando l’attività di panificio e pasticceria in proprio e subentrando alla precedente gestione della famiglia di Candido Miniussi. Si è sempre dedicato con passione e professionalità nell’attività lavorativa, anche se questa comportava sacrifici in termini di orari e fatica. Tutto ciò grazie anche all’aiuto dei familiari, suoi collaboratori e in particolare della moglie Renata che è sempre stata al suo fianco. Insieme hanno cresciuto una bella e numerosa famiglia di sei figli, ai quali hanno insegnato sul campo l’onestà e la dedizione al lavoro.

Anche nei momenti più difficili, segnati da problemi di salute, Giovanni ha saputo far fronte ai suoi impegni e ha dimostrato sempre solidarietà e generosità nei confronti dei più bisognosi. Solo l’aggravarsi della malattia gli ha impedito di continuare a lavorare e, nel 1994, la sua attività è passata nelle mani di tre dei suoi figli, che ancor oggi portano avanti la tradizione di famiglia.

Dopo la messa nella parrocchiale di San Lorenzo, concelebrata dal parroco don Lorenzo Boscarol e da don Mirko Fanetovich, con i canti del coro virile Ermes Grion, diretto dalla maestra Denise Marcuzzi, la cerimonia si è sviluppata nella sala maggiore del circolo Acli. Coordinata dal vice presidente del circolo, Franco Miniussi, che ha ripercorso la lunga storia di questo particolare appuntamento con il mondo del lavoro, la serata ha previsto poi i saluti del vicesindaco, Paola Conte, del presidente provinciale della Confartigianato, Ariano Medeot e della presidente provinciale delle Acli, Silvia Paoletti. Nei loro interventi sono stati messi in evidenza le non poche difficoltà che oggi vive il mondo del lavoro e quello artigiano in particolare. —



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