Il premio San Rocco omaggia la tradizione della famiglia Zanin

La bottega artigiana di Codroipo ha realizzato gli organi  di diverse chiese goriziane. Oggi la presentazione di “Borc”
Un omaggio alla tradizione, alla sapienza del fare, all’impegno costante nei decenni e persino nei secoli. Sarà anche questo, per il 2017, il Premio “San Rocco” che, giunto alla 44a edizione, sarà consegnato come d’abitudine domenica in occasione della Festa dei Ringraziamento dal Centro per le Tradizioni. E finirà, questa volta, nelle mani dei membri della famiglia Zanin, titolare dell’omonima bottega artigiana organaria di Codroipo, fondata nel lontanissimo 1823. Passata attraverso ben sette generazioni diverse, la storica azienda opera nel campo della costruzione e del restauro degli organi: nella città di Gorizia e nel Goriziano ha lavorato per decenni e, soprattutto, dopo il primo conflitto mondiale realizzò lo splendido organo della chiesa parrocchiale di San Rocco, nonché gli enormi organi del Duomo e della chiesa di Sant’Ignazio. Ecco perché la comunità sanroccara e il Centro Tradizioni che la rappresenta hanno pensato di aggiungere il nome Zanin ai tanti, importanti, che già figurano nell’albo d’oro del premio, istituito nel 1973 per segnalare una personalità nativa del borgo che aveva dato con il suo lavoro lustro al rione. Dopo la sospensione del 1986, dall’anno successivo il premio venne allargato ai confini della città e non solo, fino ai giorni nostri. Così il “San Rocco” ha premiato negli anni personaggi illustri come l’ex sindaco Pasquale De Simone, Bruno Leon, Sergio e Luigi Tavano, Cecilia Seghizzi, Francesco Macedonio e Matteo Oleotto, tanto per citare qualche nome, ma anche istituzioni come le associazioni Lipizer e Seghizzi, la Liberia Editrice Goriziana o i Danzerini di Lucinico. Come sempre, però, la grande Festa del Ringraziamento di domenica, che oltre alla consegna del premio vedrà in borgo e in parrocchia anche la benedizione dei mezzi da lavoro e dei frutti della terra, e i tradizionali festeggiamenti che coinvolgono l’intera comunità locale, sarà preceduta già venerdì da un altro momento molto atteso a San Rocco. Ovvero la presentazione dell’edizione 2017 della rivista “Borc San Roc”. L’appuntamento è per le 17 di venerdì 17 (a San Rocco evidentemente non sono scaramantici) in Sala Incontro, con la prolusione affidata all’ingegner Bruno Pascoli, storico e ricercatore, oltre che presidente del “Gruppo Isonzo”. La rivista, che il direttore Vanni Feresin nella sua introduzione definisce “un luogo dello spirito di Gorizia e del Goriziano”, è un vero scrigno di storia e cultura cittadina, e propone spunti, ricerche e storie da custodire e tramandare. Nelle sue novantasei pagine “Borc San Roc” 2017 propone quattordici contributi differenti, realizzati da autori vecchi e nuovi, spaziando tra architettura, arte e, soprattutto, ricerca storica. Così quest’anno la rivista non poteva non valorizzare soprattutto alcuni centenari significativi della città di Gorizia e del Goriziano, tre nello specifico, che segnano il 2017: quello della famiglia degli Eggenberg e della Contea di Gradisca, quello dell’incoronazione della Sacra Effigie del Monte Santo e quello della nascita di Maria Teresa. Confermato un impianto grafico piacevole e moderno, ma rispettoso anche della tradizione nella scelta ad esempio di omaggiare la lingua friulana per la numerazione delle pagine e le sinossi che presentano i singoli capitoli. Insomma, tradizione e innovazione, forma e sostanza, curiosità e storia. Tutto questo è ancora una volta una rivista che, negli anni, è diventata punto di riferimento e persino oggetto di collezionismo, specchio della città e della società di cui fa parte.


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