Il racket che spedisce i bambini a rubare i salvadanai nei locali di Trieste
Il furto all’Home di piazza della Borsa ripreso dalle telecamere: i piccoli mandati avanti da una donna

Il nuovo racket in azione a Trieste utilizza i bambini. Già, proprio loro: bimbi di sette-otto anni mandati in giro per i bar del centro città a rubare i salvadanai che custodiscono soprattutto le mance dei camerieri.
In questi giorni si sono verificati tre episodi certi: all’Home di piazza della Borsa, all’Osteria Pep’s di Riva Tre Novembre e un tentativo al Caffè Teatro Verdi in piazza Verdi sventato grazie a una dipendente.
Questi i locali di cui si ha contezza. Episodi analoghi sono stati segnalati anche fuori regione, a Pordenone ad esempio. C’è un organizzazione, evidentemente, che istruisce i minori insegnando loro a commettere piccoli furti.
Ma la scena all’Home di piazza della Borsa è stata interamente ripresa dalle telecamere interne. È successo sabato sera poco prima delle 20: il bambino, che indossava un giubbottino blu, pantaloni neri e scarponcini marrone chiaro, è entrato, ha chiesto un bicchiere d’acqua, si è guardato attorno per qualche minuto e poi, sicuro di non essere visto, ha portato via il contenitore vicino alla cassa, dove i clienti lasciano le mance e che i camerieri si dividono periodicamente.
Il minore non agisce da solo. Fuori dal bar c’è una donna ad aspettarlo, come è stato constatato dagli stessi dipendenti dai locali del centro presi di mira in queste settimane. Secondo le testimonianze si tratterebbe di una signora di età compresa tra i trenta e i quarant’anni, probabilmente dell’Est. E non sarebbe necessariamente la madre. Perché, stando a quanto si apprende, non è sempre lo stesso bambino a compiere i furti. Quando la sua presenza inizia a insospettire e a creare problemi, viene sostituito in modo da non dare nell’occhio e non essere scoperto.
«Era sabato sera – racconta il trentatreenne Sava Kostic, uno dei tre soci dell’Home, insieme a Costanza Galgaro e a Jack Matel – a un certo punto è entrato in bar un bambino che credo avrà avuto circa sette anni. Inizialmente ha chiesto a una dipendente di cambiargli dei soldi, cinque euro, poi ha domandato un bicchiere d’acqua. Il bimbo è rimasto alcuni minuti al banco vicino alla cassa, osservando la situazione e le persone presenti, e nel momento in cui una cameriera si trovava fuori e l’altra collega stava lavorando ai tavoli, ha preso la musina ed è uscito rapidamente. All’esterno, cioè vicino al palazzo dell’ex Borsa, sappiamo che c’era una donna ad attenderlo, anche se questo non si vede dalle immagini. Lunedì le ragazze che erano in turno sabato sera avevano visto di nuovo il bambino: appena lui si è accorto di essere stato notato è scappato. Mentre la donna è entrata nel bar Borsa a prendere delle sigarette. Pensiamo sia una persona di origini straniere, anche perché è stata sentita parlare e non si esprimeva in italiano. Dovrebbe avere tra i trenta e i quarant’anni. Per quanto riguarda l’entità del furto in sé, va detto che non è proprio di pochissima importanza – sottolinea ancora l’esercente – perché, detto francamente, i ragazzi ricevono varie mance. Non sono solamente monetine, per capirci. Comunque questa è la prima volta che il nostro locale, l’Home di piazza della Borsa, subisce un furto. Ciò che dispiace è che vengano impiegati i bambini per compiere gesti del genere – osserva Kostic – penso che sia una delle cose più tristi di questo mondo». La Polizia è al corrente.
Due episodi simili sono avvenuti la scorsa settimana sia al Caffè Verdi sia al vicino Pep’s. «Sì – conferma una barista del locale di piazza Verdi – La scorsa settimana era entrato un bambino che si era messo a guardare in giro. Era evidente che aveva qualcosa che non andava e quindi l’ho invitato ad andarsene. Una donna, forse la mamma credo, era fuori che lo attendeva...
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