Il Sicet: esclusi dal protocollo d’intesa “Abitare sociale”

«È una mancanza inaccettabile. Non posso che essere adirata: come possiamo parlare di un protocollo d'intesa per un abitare sociale, quando il tutto è stato concordato senza interpellare i sindacati...

«È una mancanza inaccettabile. Non posso che essere adirata: come possiamo parlare di un protocollo d'intesa per un abitare sociale, quando il tutto è stato concordato senza interpellare i sindacati degli inquilini».

Ad Alessandra Cragnolin, segretario provinciale del Sicet, non va minimamente giù l’iniziativa del Comune, dell’Ater e dell’Uppi di cui abbiamo dato conto nei giorni scorsi. «Diciamocela tutta: l'abitare sociale si stabilisce solamente dove tutte le parti in causa sono tutelate, e qui come detto prima per la "parte debole" non c'era nessuno. Tengo comunque a precisare che la maggior parte delle volte, gli alloggi rimangono sfitti non tanto per la paura dei proprietari ad affittare l'alloggio, bensì perchè gli inquilini non riescono a sopportare i prezzi degli affitti che i locatori richiedono. Mi sembra doveroso sottolineare - attacca la Cragnolin - che "sborsare" obbligatoriamente tre mensilità quale caparra, più ovviamente l'affitto del mese entrante in questo momento di profonda crisi economica, dove anche per una famiglia di ceto medio/alto, e per medio/alto mi riferisco ad una famiglia tipo: marito e moglie entrambi lavoratori e due bambini, è estremamente difficile se non impossibile, non parliamo poi delle famiglie dove un solo componente ha un posto di lavoro fisso. Giusto per far capire, supponiamo un affitto di 500 euro mensili. Bene, solo per iniziare la locazione ci vogliono: 1.500 euro quale caparra in più il mese entrante di 500 euro (tralasciando la quota di spese accessorie) quindi un buongiorno di 2.000 euro, poi ovviamente spese di "voltura" o "apertura" utenze. Non vorrei essere fraintesa, è giusto che il proprietario di casa, che con sacrificio si è acquistato il mattone, abbia una garanzia, ma piuttosto ci vorrebbe un istituto bancario che finanzi a tassi di interesse agevolato il deposito cauzionale o meglio, facciamolo coprire con il fondo immobiliare etico che si potrebbe sostituire all'istituto bancario stesso, con tassi di interesse agevolato (interesse legale) e dove la durata del finanziamento non sia superiore alla prima scadenza contrattuale».

Conclude il Sicet: «Invece di stipulare protocolli d'intesa unilaterali perché non ci sediamo davanti ad un tavolo di trattativa per discutere la modifica della Legge attuale sugli affitti n. 431/98 come fatto dai nostri predecessori, ormai nel lontano novembre 2003?»

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