Il sindaco: un monumento ricorderà i 37 cormonesi morti nei lager

CORMONS. «Realizzeremo un monumento che ricordi le 37 vittime cormonesi della deportazione nazista». L'annuncio è del sindaco Luciano Patat, che aggiunge anche: «Cercheremo di realizzare qualcosa che...

CORMONS. «Realizzeremo un monumento che ricordi le 37 vittime cormonesi della deportazione nazista». L'annuncio è del sindaco Luciano Patat, che aggiunge anche: «Cercheremo di realizzare qualcosa che non sia troppo oneroso per le casse del Comune in questo momento di difficoltà economica: ma Cormons non deve dimenticare le vittime di uno dei momenti più bui della sua storia». L'amministrazione comunale ha anche scelto dove la struttura (dovrà ancora essere deciso se si tratterà di una semplice targa o di qualcosa di più elaborato) sarà collocata: «Nei pressi della stele già esistente nello slargo di via Cumano - spiega il sindaco - quell'area diventerà un luogo nel quale i cormonesi potranno fermarsi a riflettere su come certi fatti non debbano più ripetersi». In quel sito infatti da un paio di anni esiste un monumento inaugurato da Boris Pahor dedicato alle vittime di ogni genocidio, accompagnato dalla scritta "per non dimenticare". E proprio questo verbo è usato dal sindaco per spiegare la scelta del Comune di ricordare la deportazione di un'ottantina di cormonesi nei campi di concentramento nazisti all'indomani dell'8 settembre 1943. «Di questi, ben 37 non fecero mai ritorno a casa - racconta Patat, che oltre ad essere primo cittadino e insegnante, nella vita è anche un apprezzato storico e ricercatore - tra di loro purtroppo vi fu anche un cormonese di religione ebraica, l'unico residente nella nostra città, che disgraziatamente non sfuggì alle persecuzioni tedesche e venne fatto prigioniero per essere poi inviato in un lager».

Ancora non sono previsti tempi e modi di realizzazione della lapide: «Cercheremo di trovare nei fondi di bilancio una cifra che permetta di svolgere quest'opera - conclude Patat - sarà molto semplice ma significativa: dovrà riportare i nomi di tutti i cormonesi che non sono tornati a casa dalla persecuzione nazista. Purtroppo quegli anni furono terribili per la nostra comunità: con la sconfitta nazista e la Liberazione, infatti, si scatenò poi di rimando una furiosa ondata popolare che portò in qualche caso ai terribili fatti delle Foibe, dove vennero uccisi alcuni cormonesi accusati di collaborazionismo con i tedeschi e il fascismo». (m.f.)

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