Il sodalizio degli insigniti vigila su “nobiltà” e truffe

L’Associazione è stata fondata nel 1949 dal conte Monzani
Gli Ordini cavallereschi regolarmente riconosciuti in Italia hanno un punto di riferimento comune nell’Anioc, l’Associazione nazionale insigniti onorificenze cavalleresche fondata nel 1949 dal conte Feliciano Monzani, che l’ha retta per oltre mezzo secolo.


Ora a presiederla è l’onorevole Carlo Giovanardi, mentre segretario generale nazionale è l’avvocato conte Maurizio Monzani. A Trieste la guida Nicolò Catalanotti, ex dirigente delle Assicurazioni Generali. La descrizione che ne fa è quella di un’istituzione localmente in crisi, nonostante sia fresco il successo del convegno nazionale che Trieste ospitò nel non lontano 2010 allorché giunsero in città centinaia di delegati da ogni parte della Penisola.


«Solo una decina di anni fa – racconta Catalanotti – eravamo oltre un centinaio e potevamo contare su una sede in via Ginnastica che però abbiamo perso con la scomparsa del nostro socio che ci aveva messo a disposizione un appartamento. Adesso siamo ospiti alla Casa del combattente, siamo rimasti una quarantina, molti sono ex appartenenti all’Arma dei Carabinieri ed è vacante anche il ruolo di delegato regionale del Friuli Venezia Giulia. Le cene in smoking nei locali di lusso sono anch’esse un ricordo».


«Oggi vestiamo più informalmente e ci accontentiamo anche di semplici trattorie. Spero di un prossimo rilancio – conclude – ma ho bisogno del sostegno di altri soci (il direttivo è composto da sette persone, ndr)». Scopo dell’associazione è quello di stabilire rapporti di fratellanza tra gli insigniti e tutelare il diritto e il rispetto delle istituzioni cavalleresche e perpetuare la loro funzione morale e civile. Questo è l’elenco degli ordini cavallereschi conferiti in Italia, che possono essere pubblicamente esibiti. Repubblica italiana: Ordine al merito della Repubblica italiana (Omri), Ordine cavalleresco al merito del lavoro, Ordine della Stella d’Italia e alla memoria Ordine militare di Vittorio Veneto (l’ultimo cavaliere di Vittorio Veneto, Delfino Borroni, è morto a 110 anni il 26 ottobre 2008). Repubblica di San Marino: Ordine equestre di San Marino, Ordine equestre di Sant’Agata. Santa Sede: Ordine supremo del Cristo; Ordine dello Speron d’oro; Ordine Piano; Ordine di San Gregorio Magno; Ordine di San Silvestro Papa; Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (dipendente dal Patriarca latino di Gerusalemme). La Santa Sede concede, con maggior frequenza, due onorificenze minori che non conferiscono però alcuna qualifica cavalleresca e possono essere assegnate alle donne: la Croce pro ecclesia et Pontifice e la Medaglia benemerenti. Sovrano militare Ordine di Malta: Sovrano militare Ordine ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi, di Malta; Ordine cavalleresco al merito melitese. Casa Asburgo-Lorena di Toscana: Sacro militare Ordine di Santo Stefano; Ordine al merito sotto il titolo di San Giuseppe. Casa Borbone-Due Sicilie: Insigne reale Ordine di San Gennaro, Sacro militare Ordine costantiniano di San Giorgio. Casa Borbone-Parma: Sacro angelico imperiale Ordine costantiniano di San Giorgio; Ordine al merito sotto il titolo di San Lodovico. Il Vaticano riconosce soltanto il Sovrano militare Ordine di Malta e l’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. I Templari cattolici italiani sono una congregazione riconosciuta dalla Chiesa come tale e non un ordine cavalleresco. Il periodico “Orizzonte dei Cavalieri d’Italia”, rassegna dell’Associazione nazionale insigniti onorificenze cavalleresche sottolinea come «gli ordini cavallereschi fasulli hanno incominciato a prosperare in Italia dopo la Seconda guerra mondiale. Persa la possibilità da parte di Casa Savoia di conferire onorificenze valide sul territorio nazionale e prima che fossero istituite le onorificenze della nuova Repubblica, prosperò per alcuni anni un sistema onorifico alternativo con vari ordini indipendenti, che realizzavano fantasiose investiture, il tutto dietro esborso da parte degli insigniti di somme, a volte rilevanti, a scopo benefico. Si sviluppò un mercato che continua a fiorire ancora oggi, dato l’alto numero di persone a caccia di una decorazione con cerimonie che si svolgono addirittura nelle chiese alla presenza di prelati».


«Meraviglia la facilità in cui ancora oggi tanti cadono in trappole maldestre», chiude il periodico e fa anche l’esempio di una di queste associazioni benefiche smascherate, in cui la direttrice percepiva 6mila euro al mese e la segretaria 8mila. Grave di per sé, tragicamente grottesco nel momento in cui si è scoperto che la direttrice e la segretaria non erano altri che la moglie e la figlia del fondatore. Lo stesso organo informativo dell’Anioc punzecchia la stampa pordenonese che recentemente ha riportato come un personaggio di quella città stava per essere insignito del titolo di cavaliere di San Marco. «Ebbene – fa rilevare l’Anioc – quello di San Marco era uno dei cinque Ordini cavallereschi più importanti nella storia della Repubblica di Venezia, talmente antico che non è stato conservato nemmeno l’anno di fondazione. Certo è però che la sua storia finisce nel 1797 con la caduta della Serenissima». Gli attuali “cavalieri” di San Marco dunque non possono appartenere ad alcun ordine, ma al limite costituire un’associazione «come correttamente scrivono di loro stessi nel loro stesso sito».


Per tentare di mettere ordine tra gli Ordini, si direbbe con un gioco voluto di parole, già nel 1960 nel corso del Quinto congresso internazionale di scienza genealogica e araldica svoltosi a Stoccolma venne fondata la Commissione internazionale permanente per lo studio degli ordini cavallereschi mentre la Commissione per l’araldica di Stato fissò le condizioni giuridiche e storiche alle quali devono rispondere gli Ordini di cavalleria indipendenti e da ultimo nel 1999 a Londra vennero modificati gli statuti e riordinate le varie suddivisioni riguardanti la materia cavalleresca.


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(4 - fine. Le altre puntate sono
uscite il 10, 11 e 12 giugno)


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