Il sommergibile Jalea riposa nel 22esimo gradone del Sacrario

Dodici dei diciannove marinari del sommergibile Jalea, inabissatosi alle 14.30 del 17 agosto del 1915, sono sepolti al 22esimo gradone del Sacrario di Redipuglia; uno solo dell’equipaggio si salvò....

Dodici dei diciannove marinari del sommergibile Jalea, inabissatosi alle 14.30 del 17 agosto del 1915, sono sepolti al 22esimo gradone del Sacrario di Redipuglia; uno solo dell’equipaggio si salvò. La prua del sottomarino venne urtata violentemente dalla massa di una torpediniera e, poche miglia al largo di Grado da dove era partito la sera prima e colò a picco. L'unico superstite della tragedia fu Arturo Vietri, avvistato e soccorso molte ore dopo l’impatto, aggrappato a una boa foranea dell'Isola del Sole. Per 39 anni il relitto giacque, con il suo carico di giovani vittime, sul fondo; fino al recupero avvenuto a metà degli anni '50. Ora questa vicenda bellica, mai dimenticata a Monfalcone e Trieste, viene raccontata nel libro “Regio sommergibile Jalea: vento del ricordo” del monfalconese Gustavo Caizzi, recentemente uscito per i tipi L'Orto della cultura di Pasian di Prato, che sarà presentato domani alle 18.30 nell'auditorium comunale di Ronchi dei Legionari, presente l'autore, nell’ambito del calendario di iniziative proposte dall’associazione Leali delle notizie che riprende così la sua attività .

Non un libro, ma un progetto editoriale, in quanto il saggio storico è arricchito da un dvd che approfondisce e arricchisce il testo con importanti contribuiti.

L’opera nel suo insieme è dunque costruita sulla base di un’approfondita e lunga ricerca; ne scaturisce un'ampia rassegna di testimonianze, articoli di stampa, documenti d’archivio, cimeli e anche un vasto corredo fotografico.

Ampio spazio è riservato alle operazioni di recupero del sommergibile avvenute il 6 giugno del 1954 alle quali partecipò il marinaio Arturo Vietri. Fu un giorno storico per Monfalcone e molti cittadini e autorità parteciparono poi ai funerali di Stato dei marinai e alla loro tumulazione, con gli onori dovuti, nel Sacrario di Redipuglia al 22esimo gradone. II relitto venne trasferito in rada a Trieste, e poi nel Cantiere Crda di Monfalcone per la demolizione. Il libro di Gustavo Caizza, oltre alla passione e al rispetto per la Storia, poggia su una specifica competenza scientifica e su un’esperienza nel settore. Dopo la laurea in ingegneria navale infatti, ha maturato una 40ennale carriera nei maggiori cantieri navali italiani. Recentemente ha rivolto la sua attenzione al complesso processo di sviluppo portuale, della logistica e delle infrastrutture in Alto Adriatico. Rilevante è anche la sua attività nel volontariato, come socio e presidente del locale Lions club.

Grazie al suo impegno questo importante e tragico evento , avvenuto durante la Grande Guerra, non è destinato all’oblio, ma a vivere grazie al vento del ricordo.

Il fatto storico è stato inoltre ripreso in varie occasioni: nel 2011 durante il raduno nazionale dei Sommergibilisti e fu al centro di incontri di promozione e approfondimento promossi dal Gruppo Ermada, svoltisi in occasione delle manifestazioni in ricordo del centenario dello scoppio del conflitto mondiale. A perenne memoria e in nome dei valori di Pace, è stato altresì collocato in Monfalcone un cippo che ricorda questa vicenda tragica della storia del Novecento.

Margherita Reguitti

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