Il teatro in gradese va in scena a Vienna con l’opera di Maran

Il teatro in italiano, e in parte in dialetto gradese, sbarca a Vienna. Dal 16 aprile, con attori austriaci, per interessamento della società Dante Alighieri. Anche l’autrice è una gradese, Monica Maran, sorella del senatore Alessandro Maran. Grande soddisfazione per lei, ma anche per i gradesi che in questa occasione vedono approdare il loro dialetto nella capitale austriaca, peraltro da sempre molto vicina all’Isola del Sole.
“Quando il diavolo ci mette la coda”, un titolo non nuovo ma molto azzeccato e sempre attuale, è quanto propone Monica Maran nella sua commedia brillante in due atti, scritta nel 2003. Un’opera che da allora è stata presentata in varie parti d’Italia, dalla Lombardia all’Emilia Romagna. L’opera è nata dal teatro “La Mandragola” di Campolongo, che proprio da oggi cambia sede passando a Malborghetto, con direttore artistico Monica Maran.
Negli anni Sessanta uno spettro vive comodamente in una casa turbando la vita della moglie, persa in un mondo tutto suo, della nuora e di un figlio superficiale e presuntuoso che cerca di liberarsi in tutti i modi della moglie, che è la vittima della famiglia.
In realtà è una commedia che prende in giro chi fa le carte, i maghi, ma anche la gente credulona. Il testo in italiano è stato tradotto nel libretto di sala in lingua tedesca, mentre le battute in dialetto gradese restando tali e quali come sono. Battuta che il fantasma pronuncia già all’inizio dicendo che vorrebbe trovarsi in un’altra sede. “Podemo ‘ndâ a Gravo…” – dice - magari per una battuta di pesca sulla Trezza. L’autrice dell’opera è anche cantante, attrice, poetessa e scrittrice. Il prossimo mese presenterà nella sala dell’hotel “Al Parco” di Fabrizio Dovier, un libro intitolato “Voga a sigonda” scritto a più mani da gradesi e in gradese, sempre edito dall’Associazione teatro La Mandragola e curato dalla stessa Monica Maran.(an.bo.)
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