Il Tennis club uno scheletro Riprende l’iter del cantiere

A due anni dalla forzata sospensione dell’attività il Comune prova a sbloccare i lavori per i campi in terra rossa. Non si ferma la protesta di un gruppo di ex soci
Bumbaca Gorizia 15_10_2018 Gradisca campi tennis in restauro © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 15_10_2018 Gradisca campi tennis in restauro © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GRADISCA

A due anni dalla forzata sospensione dell’attività e dopo un anno di totale stop del cantiere, è un po’ meno lontana la conclusione della telenovela riguardante il restyiling degli impianti tennistici di Gradisca d’Isonzo. Si è infatti rimessa in moto in questi giorni la macchina operativa che porterà alla realizzazione dei nuovi campi in terra rossa e – soprattutto – all’attesa nuova copertura degli stessi che era un po’ il cuore dell’intervento. Parallelamente, non si è mai fermato l’iter per il rifacimento di clubhouse e spogliatoi, andati distrutti a causa di un incendio doloso del 2013. Due binari che fanno ipotizzare che nel 2019 si potrà finalmente riaprire gli impianti di via dei Pioppi alla normale attività agonistica.

La vicenda non ha mancato di suscitare polemiche. Proprio nei giorni scorsi nell’area interessata dall’intervento era comparso un volantino che denunciava gli annosi ritardi e l’esistenza di una vera e propria “cattedrale nel deserto” a due passi dal centro. E sono proseguite le segnalazioni di un gruppo di ex soci del sodalizio cittadino della racchetta. «Una situazione assurda e vergognosa – recita la nota più recente –. Oramai siamo convinti che qualcuno abbia già recitato il de profundis per la società del Tc Gradisca e l’attività del tennis nell’ambito del comune di Gradisca, ma forse lo ha fatto senza considerare la passione e l’amore di molti ex soci che non accettano di subire passivamente questa vergognosa situazione. Le nostre prossime mosse – così si concludeva l’intemerata – saranno improntate alla segnalazione di questa incresciosa situazione con le giuste interrogazioni presso gli organi competenti di controllo sia regionale che statale e federale».

Insomma, una caso. Eppure, finalmente, la macchina si è rimessa faticosamente in moto proprio in questi giorni. In via dei Pioppi il cantiere ha subito una totale battuta d’arresto per ragioni sia tecniche, sia burocratiche. Non ultimo, il decesso del progettista delle strutture, con successivo riaffidamento dell’incarico: «Il che – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici, Alessandro Pagotto – ha inevitabilmente costretto a rivedere la tabella di marcia. Con il nuovo professionista sono state operate scelte operative diverse e successivamente si è dovuto procedere sulla base delle decisoni prese in merito a scelte progettuali e di materiali a un nuovo concordato fra il funzionario dell’Ufficio Tecnico, nel suo ruolo di Responsabile Unico del provvedimento, e l’impresa. Il tutto rispettando il budget previsto a suo tempo (420mila euro ndr). Procedure forse invisibili alla cittadinanza – allarga le braccia Pagotto – ma che posso assicurare non si sono mai fermate in tutti questi mesi. Ora con un ultimo atto di giunta la situazione si è sbloccata e di fatto il cantiere è nuovamente operativo. La prossima settimana avremo un cronoprogramma definitivo». Non basta: il Comune ha ottenuto dalla Regione ulteriori 85 mila euro che vanno a coprire il quadro economico di spesa per la realizzazione della nuova sede e spogliatoi devastati dalle fiamme 5 anni fa, portando il budget a oltre 190 mila euro dal momento che oltre 100mila erano stati incassati dall’ente quale risarcimento delle compagnie assicurative. «In questo caso siamo nella fase della progettazione preliminare» conclude Pagotto. —



Riproduzione riservata © Il Piccolo