Il tesoretto del supercomune “fantasma”

L’Unione territoriale intercomunale Giuliana non c’è. Non ha uno straccio di sede. Ñeppure un ufficetto a Palazzo Cheba. Un ente inesistente con però a disposizione 656.039,81 euro. Si tratta del contributo straordinario una tantum per «il funzionamento dell’ente e per l’acquisto di attrezzature necessarie all’attività degli uffici» arrivato dall’amministrazione regionale al Comune di Trieste a fine dicembre. Un tesoretto che l’amministrazione comunale ha incamerato con determina di impegno il 22 dicembre per evitare che risultassero come avanzo di bilancio e finisse per incidere nel 2016 sul famigerato Patto di Stabilità. Un’operazione puramente contabile di tipo interno. Gli importi versati dalla Regione Friuli Venezia Giulia serviranno «per le spese di primo funzionamento del nuovo locale». Sempre che il nuovo ente locale, che dovrebbe prendere il poto la defunta Provincia, veda la luce.
“Uti maior, minor cessat”. In realtà, nonostante gli annunci regionali, si sono perse le tracce delle Uti. Un’impasse istituzionale di difficile soluzione. «L’Unione territoriale intercomunale Giuliana comprende i Comuni di Duino-Aurisina, Monrupino, Muggia, San Dorligo della Valle, Sgonico e Trieste (Comune capofila)» si legge alla pagina web dell’Uti giuliana nel “vademecum per il riordino delle autonomie locali” della Regione Friuli Venezia Giulia. Nessun altra notizia e zero documenti allegati. Solo un link collegato a “Normativa e Attuazione” che annuncia un collegamento al sito web dell'Uti Unione Giuliana. Solo che la scritta “work in progress” tronca sul nascere ogni speranza di informazione. «Il contributo è stato dato quando si immaginava che l’Uti partisse entro l’anno. E la giunta ha fatto un atto amministrativo per evitare che i soldi andassero in avanzo. «L’Uti non c’è in questo momento. E stato tutto prorogato» spiega il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, che avrebbe dovuto essere anche il primo presidente dell’Uti giuliana. Ma arrivati a questo punto, e con le elezioni alle porte, è difficile fare una previsione.
Nel giugno scorso la giunta aveva individuato la delimitazione geografica delle Unioni territoriali intercomunali (Uti), che saranno 18, con il compito di gestire funzioni amministrative in forma coordinata. All'inizio di febbraio la giunta aveva approvato una prima proposta di Piano di riordino territoriale col il parere favorevole del Consiglio delle Autonomie locali (Cal). Sono seguite numerose proposte da parte di singoli Comuni, con la richiesta per esempio di spostamento da una Uti all'altra. E poi una caterva di ricorsi con gli statuti non approvati. Il primo gennaio avrebbero dovuto partire con tanto di polizia municipale in carico. Ora si spera di attivarle entro l’anno. Intanto ci sono 656 mila euro per le prime spese di cancelleria.
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