Il testamento bis è falso ma l’eredità resta bloccata Tra i beffati anche l’Asugi
Un testamento falso - come confermano due perizie e una condanna “civilistica” in primo grado - è alla base di una vicenda giudiziaria iniziata a fine 2015 per l’eredità di un uomo venuto a mancare cinque anni fa. In ballo ci sono 100 mila euro e soprattutto la proprietà di una casa a Gabrovizza da 250 mila euro, che tuttora non può essere trasferita agli eredi che reclamano la propria legittimità, tra cui Asugi e Astad.
Nel testamento ritenuto reale in sede giudiziaria, in possesso di un erede, V.M., risultava infatti che il deceduto avesse distribuito i suoi beni tra lui, alcuni nipoti, l’Astad e il Centro Tumori Lovenati. A pochi giorni dalla morte però si era presentata C.B., una nipote che vive a Londra, che aveva fatto valere un testamento olografo in cui lei veniva nominata unica erede. In pochissimo tempo il conto corrente era stato svuotato e la proprietà dell’immobile era andata alla società Lkkl ltd con sede in Inghilterra, di cui la stessa C.B., di professione avvocato, aveva il 99% delle quote. V.M., sapendo bene che il deceduto non avesse rapporti con la nipote “inglese”, aveva deciso di rivolgersi al Tribunale contro il testamento in favore di C.B. ritenuto falso, e all’iniziativa avevano aderito pure l’Astad e l’allora Azienda sanitaria 1, oggi Asugi, rappresentate dal professor Alfredo Antonini. E infatti da una perizia calligrafica era emerso come il testamento non fosse stato redatto dal deceduto.
Si erano così aperti due filoni giudiziari, uno penale e uno civile. Nel primo, arrivato in sede dibattimentale, le accuse a carico della donna sono di truffa e uso di testamento falso. Il pm ha anche chiesto e ottenuto il sequestro dell’immobile di Gabrovizza: la Lkkl ha presentato ricorso prima al Tribunale di Trieste e poi alla Corte di Cassazione, ma in entrambi i casi il sequestro è stato confermato. Il processo civile ha portato a una sentenza di nullità del testamento anche sulla base di una seconda perizia calligrafica d’ufficio, che ha confermato come il testamento presentato da C.B. non fosse stato né scritto né firmato dal deceduto. Il giudice ha condannato la nipote “inglese” anche al pagamento delle spese legali. Contro la sentenza è stato presentato appello, che gli altri eredi ritengono pretestuoso prima ancora che infondato. La scorsa settimana Astad e Asugi hanno così notificato un atto di citazione per la dichiarazione di nullità del passaggio di proprietà dell’immobile di Gabrovizza e della successiva cessione alla società inglese, sulla base della dichiarazione di nullità del testamento da parte del Tribunale di Trieste.
«Astad e Asugi – spiega il professor Antonini – pur essendo nella pienezza delle ragioni si trovano ora nella difficoltà di conseguire in concreto quanto spetta loro, perché l’agire repentino della controparte le ha consentito di mettere in apparente sicurezza i beni. Questo è uno degli aspetti negativi della giustizia, dove chi ottiene una sentenza favorevole non sempre riesce a ricevere quanto gli spetta, con beneficio per chi preferisce la disonestà alla rettitudine. E ciò è davvero triste».—
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