Il tetto di Villa Priuli svela dopo 100 anni un elmetto italiano della Grande Guerra

Con il trascorrere del tempo e delle mancate cure Villa Priuli, a Turriaco, sta indossando sempre più le vesti di una nobildonna decaduta, ma ancora in grado di riservare qualche sorpresa. Difficile definire in modo diverso la scoperta di un elmo italiano della Prima guerra mondiale sul tetto, in parte crollato, della colombaia della villa. A effettuarla un appassionato di astronomia che, per caso, puntando in modo errato il cannocchiale, si è ritrovato a scorgere lo strano oggetto sul colmo della copertura in coppi dell’edificio.
Gli interrogativi sulla natura dell’oggetto sono stati poi chiariti grazie alle riprese aeree effettuate dal drone di Fabio Bergamasco, consigliere comunale di minoranza e che la passione per la fotografia ha deciso di supportarla anche con i nuovi strumenti messi a disposizione dalla tecnologia. Le immagini riprese dal drone hanno permesso di appurare che l’oggetto è in realtà un elmetto “Adrian”, di produzione successiva al giugno 1916. Come un elmetto del primo conflitto mondiale possa essere “salito” sul tetto della colombaia e vi sia rimasto è davvero un enigma, ma lo storico locale Vittorio Spanghero sfodera un paio di ipotesi principali. Secondo Spanghero, l’elmo potrebbe essere stato dimenticato lì dai soldati che popolavano, numerosi, il piccolo paese durante Grande Guerra. A lenire gli orrori e placare le voglie che una guerra ingenera, a Turriaco, come ha ricostruito Spanghero, funzionavano trenta osterie, una Casa del soldato e due bordelli legalizzati. Il paese è stato poi per un periodo sede di un comando militare e, proprio nella zona della piccionaia, i soldati erano soliti radunarsi.
Una foto del 1916, poi, ritrae alcuni militari proprio su quel tetto e un abbandono potrebbe quindi essere una delle opzioni. Le manifestazioni all’aperto per la truppa avevano luogo proprio nella zona Sud del complesso Priuli. L’elmetto potrebbe però anche essersi trasformato in materiale di recupero post bellico, risultato perfetto per coprire il colmo del tetto, spesso difficile da rendere a prova di pioggia. Alla fine questa rischia di trasformarsi nell’ipotesi più accreditata, perché l’elmetto, come provato dalle foto aeree, è fissato a un palo inserito nella copertura e al sostegno rimarrà, perlomeno per il momento, ancorato. «L’elmo rimarrà dove si trova, almeno per adesso – afferma Bergamasco –, perché si trova in proprietà privata. Poi forse si vedrà». Oltre a immortalare la singolare presenza sul tetto della colombaia, il drone documenta però anche quanto sia compromesso l’edificio un tempo al servizio della villa, rimasta di proprietà privata dopo che l’attuale amministrazione comunale ha deciso di chiedere alla Regione di ridestinare i fondi ottenuti per l’acquisto dell’immobile ad altre opere. —
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