Il trabaccolo della Lega Navale ai maestri d’ascia di Venezia

GRADO Il trabaccolo L’Isola d’Oro va a Venezia. Non per una breve crociera ma perché passa di proprietà. La Lega Navale di Grado, economicamente impossibilitata a ristrutturarlo dato il rilevante impegno previsto (circa 350-400 mila euro), ha trovato un compratore. Non uno qualsiasi, considerata l’importanza storica dello scafo che è anche sottoposto a salvaguardia dal Ministero dei Beni Culturali. Si tratta, infatti, dell’associazione Venice on Board costituita perlopiù da maestri d’ascia di Venezia. E chi meglio di loro potrà aver cura del trabaccolo che è stato costruito oltre un secolo fa.
Proprio per questo motivo, in attesa dell’autorizzazione del Ministero al trasferimento a Venezia, il trabaccolo rimarrà ancora ormeggiato nell’area della Lega Navale, presumibilmente fino ad ottobre. Poi i maestri d’ascia che si occupano proprio della ristrutturazione di vecchi scafi oltre che alla costruzione di topi e gondole lo sposteranno a Venezia e lo tireranno immediatamente a terra, in squero, per le necessarie ristrutturazioni. Non è escluso, però, che per l’annuale manutenzione possano essere utilizzati impianti gradesi che, a quanto pare, sono più economici rispetto a quelli di Venezia.
Lo scafo è lungo 16 metri ed è largo 5 metri e 6 centimetri. I problemi più seri riguardano l’opera viva cioè la parte immersa dello scafo oltre al paramezzale che andrà sostituito. Per far capire qual è la situazione dello scafo uno dei consiglieri della Lega Navale di Grado ha detto che giornalmente imbarca circa 250 litri d’acqua tant’è che la pompa di sentina deve essere sempre i moto per lo svuotamento. L’Isola d’Oro è l’unico esempio navigante della tradizione marinaresca che, come ha ricordato nel corso del concerto sull’acqua di ferragosto del 2018 (quest’anno proprio per l’inagibilità del trabaccolo non si è tenuto) il presidente della Lega Navale di Grado, Andrea Rocco, affonda i suoi ricordi nell’artigianato più antico. Di demolizione, essendo tra l’altro un bene protetto, nemmeno parlarne anche se in estrema ratio questa sarebbe stata la decisione. «Dopo aver inutilmente cercato enti della Regione Friuli Venezia Giulia (ma a quanto pare anche Fondazioni) disposti a farsi carico dell’impegno – precisa l’intero direttivo –, il trabaccolo è stato ceduto a un’associazione veneziana di giovani maestri d’ascia e cultori delle tradizioni marinare dell’Alto Adriatico che continuerà l’opera fin qui svolta dalla sezione di Grado, assicurando inoltre che continuerà a navigare nei nostri mari, continuando una gloriosa tradizione». —
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