Il trionfo del Liberty nel Bar Leone-Gaier in Corso al civico 84

punti di vista
“Pistoria e Ofelleria” dice la réclame dipinta sul fianco della “burela”, con il garzone che guida la bici con piglio da velocista mentre è perfettamente immobile, proprio come gli altri personaggi in posa con le mani in tasca, le cameriere dietro i vetri e il cagnolino disubbidiente al fotografo, che infatti è venuto mosso. “Panificio e Pasticceria” sarebbe a dire in termini moderni, mentre “Bar” attiene perfettamente alla Belle Époque, imperante a Gorizia quando dopo la pasticceria di corso Verdi 13, Leone Gaier apre il suo secondo locale in corso Francesco Giuseppe 26.
Uno splendido esempio di Liberty, nella sua variante della Secessione viennese, di un progettista che probabilmente mai sapremo chi fosse: insegne su vetro, rivestimento decò alle colonne, illuminazione esterna, vetri piombati e linee curve per i serramenti in legno scolpito, marmo e ottone, simili alla porta ancora esistente dell’ex Agenzia Appiani in corso Italia 60, oggi uffici Hera Amga. I tre anelli con nastri intrecciati ai lati degli ingressi, stilema tipicamente Secessionstil, fan pensare a interni dipinti e decorati, come del resto ai primi del Novecento lo erano tutti i negozi e le androne delle case sul Corso. Ornamenti poi scomparsi sotto i vari strati della pittura di diverse mode, per essere infine dimenticati e spesso demoliti assieme alle malte per scorticarne il muro alla pietra. L’immobile di proprietà del cavaliere Alessandro Guggenthall, che porta oggi il numero 84 di corso Italia, viene acquistato il 9 luglio del 1907 da Maria Gajer, nata Furlani e residente in borgo Castello, ammodernato con indebitamento notevole, nella fiducia della buona riuscita dell’impresa che vedeva la rapida crescita del turismo a Grado e nella “Nizza austriaca”. Non passano sette anni che la Grande Guerra pone fine all’iniziativa e la ritrovata pace vedrà ulteriori debiti per la ricostruzione postbellica, finché nel luglio 1928 l’edificio viene ceduto alla Ditta Pauletig e Vidali, in viale XXIV Maggio 16. Scomparsi da mo’ i vetri piombati, negli anni Sessanta arriva un negozio delle Confezioni Vittadello e in tempi più recenti la filiale della Banca Crup, con nuovi serramenti blindati in lamiera verde a incorniciare lo spazio oggi abbandonato, dove i cartongessi dell’arredo Crup forse nascondono gli affreschi liberty del bar di Leone Gaier. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo