Il “vecchio” artigiano innamorato della musica

«La gente ora non suona più la vera musica, al massimo prova ad ascoltarla». Recita spesso così Walter Macovaz, l’altro esponente in città dell’arte della liuteria ma all’occorrenza emblema anche di tutto lo scibile racchiuso nella sfera dell'artigianato in legno. Classe 1950, nato a Capodistria, diploma al Nautico, ufficiale di Marina di guerra e costruttore navale, mestiere quest’ultimo che per alcuni anni saprà insegnare proprio tra le aule dell’istituto navale di Trieste. “Figlio d’arte”, quindi di un falegname, Walter Macovaz non poteva che esistere e resistere navigando tra manufatti e creazioni che parlano di legno, magari sposate alle altre sue passioni, il mare ( volontario alle didattiche del Museo del mare) e la musica appunto. Estroso e a volte quasi mistico, se è vero che nonostante le sue consolidate radici ideologiche di sinistra non esita a dichiarare: «Tagliare gli alberi e farne un lavoro, questo è bellissimo - dichiara Macovaz - ma quando lo faccio ringrazio sempre il dio o l’entità che ci ha fatto questo dono e che mi permette di farlo». Walter Macovaz ha vestito i panni del liutaio a lungo, ufficialmente almeno sino alla metà degli anni ’90, grazie all’attività dello storico laboratorio di via Cesca, da cui seppe partorire anche una linea di strumenti musicali per bimbi. Un occhio alla tradizione, l'altro alle necessità del momento.
L’ex ufficiale e insegnante del Nautico, infatti, non ha mai disdegnato la modernità, lavorando anche su diverse tipologie di strumenti, e non certo provenienti dagli stilemi barocchi, anzi, vedi le chitarre elettriche e dintorni. Ora la bottega ha chiuso i battenti ma la musica permane al centro del suo cuore e di alcune divagazioni artigianali sul tema, come la collaborazione con il Museo di strumenti popolari a Piemonte d'Istria, dove Walter Macovaz dallo scorso anno opera in veste di curatore: «Senza la musica la gente rischia di diventare ancor più stupida - sentenzia l’artigiano - ma oramai, dove si può fare la musica? Quella vera intendo, al massimo riusciamo ad ascoltarla e soltanto di alcuni tipi, sia chiaro, ignoriamo del tutto repertori di altre culture o stili. La cultura musicale credo stia scemando e fare il liutaio resta una nicchia, mestiere quasi ingrato a volte». Di una cosa solo è certo: «Nel costruire uno strumento, il legno ha la sua vitalità, è vero, ma ancor più importante è capire l’artista. Il suono verrà di conseguenza».(f.c.)
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