Impiantato il pacemaker più piccolo al mondo

Impiantato nei giorni scorsi a Cattinara il pacemaker più piccolo al mondo. Si tratta di un’innovativa tecnologia che sta coinvolgendo una trentina di centri selezionati del nostro Paese.
Poco più grande di una pillola, un decimo della grandezza di un pacemaker normale, il sistema di stimolazione “Micra transcatheter pacing system” è una cardiocapsula, interamente contenuta all’interno del cuore, pesa due grammi, misura poco più di due centimetri e ha una durata che può arrivare fino a 14 anni.
Il primo impianto a Trieste è stato realizzato nel Dipartimento cardiovascolare, diretto dal professor Gianfranco Sinagra, dall’equipe di elettrofisiologia e cardiostimolazione guidata da Massimo Zecchin.
«Fino a oggi tutti i pacemaker venivano posizionati in una “tasca” toracica sottocutanea e collegati al cuore attraverso un filo permanente», spiega il dottor Zecchin. Aggiunge: «Adesso per alcuni pazienti è possibile utilizzare un dispositivo miniaturizzato, impiantato interamente nella cavità cardiaca attraverso la vena femorale. Una volta posizionata, questa cardiocapsula viene ancorata al cuore attraverso piccoli ganci, appositamente progettati, ed è in grado di stimolare il cuore come i normali pacemaker, attraverso un elettrodo posto nel dispositivo stesso».
«Il Micra Tps - prosegue il dottor Zecchin - quindi non necessita di alcun filo permanente, non richiede incisioni toraciche, né la creazione di una tasca sottocutanea, poiché tutto il sistema è contenuto all’interno della capsula rilasciata nel cuore. Si elimina così il rischio di potenziali complicanze legate alla procedura tradizionale, rendendo il pacemaker del tutto invisibile e non lasciando alcuna cicatrice. La procedura d’impianto dura circa 40 minuti e viene svolta in anestesia locale».
Recentemente la principale rivista medica mondiale, il New England Journal of Medicine, ha confermato i risultati positivi di efficacia e sicurezza di questa cardiocpasula nello studio clinico internazionale, con 720 pazienti valutati in 56 centri di 19 Paesi. «La cardiologia di Trieste - precisa ancora Zecchin - fa parte di un ristretto gruppo di centri di riferimento per l’introduzione di questa terapia. La stimolazione del cuore senza elettrocateteri rappresenta un’innovazione rivoluzionaria nella storia dei pacemaker».
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