Imprenditrice agricola a 18 anni

Carlino: la scelta di Daniela Battaglia, che sogna un’azienda “robotizzata”
CARLINO. Giovani coltivatori crescono. Daniela Battaglia, 18 anni compiuti da poco, ha già deciso quale sarà il suo futuro professionale: fare l’agricoltore sostenendo a km zero l’allevamento delle mucche e la produzione lattiero casearia nell’azienda del padre, l’Azienda Agricola Battaglia Claudio, di Carlino. Nel suo futuro però anche un agriturismo e dotare l’azienda di un impianto robotizzato per mungere 120 capi alla volta.


Daniela frequenta il quarto anno dell’Istituto Tecnico Agrario di Cividale, ha già fatto il suo ingresso nell’azienda di famiglia (180 capi di bestiame di cui 90 da latte e 100 ettari di terreno) dove lavorano oltre al padre, anche la mamma Arianna, la zia Clara e il cugino Cristian, ed è presente nel Gruppo Giovani Impresa di Coldiretti. «Il mio futuro – spiega – è rimanere nell’azienda di mio padre portando innovazione e tecnologia. Noi contadini puntiamo a fare il prodotto, ma non a come venderlo, e a fare da soli. Invece non si deve solo fare produzione, ma anche vendita».


Determinata è determinata ed ha idee tutte sue sul modo di fare impresa frutto dei suoi viaggi–studio all’estero, soprattutto Argentina, realizzati attraverso il Convitto Paolo Diacono al Model Yunited Nations (Modello delle Nazioni Unite), con la partecipazione a seminari a in Ungheria (Budapest) per Cfmunesco, che le hanno permesso di aprire la mente, «facendoti crescere un sacco». Ora andrà a fare esperienza in Australia. Parla correttamente tre lingue.


Come racconta Daniela, la passione per la terra e gli animali le é stata trasmessa dal nonno paterno Adriano, mancato nel 2013, al quale era legatissima. «Mi ha insegnato a mungere, e quando ero troppo piccola mi aveva fatto una sorta di alzatina o mi sollevava per permettermi di farlo – ricorda -. Lui aveva un sogno: realizzare un agriturismo in cui vendere le nostre produzioni. Questo sogno è ora diventato anche il mio e lo porterò avanti per lui. Quando in terza media dovevo scegliere che scuola superiore frequentare, mi ha portata a “scuole aperte” a Cividale, appena l’ho vista ho detto: questa è la mia scuola. Io ho fatto lo stesso con mia sorella Alice, e anche lei la frequenterà». L’altra sorella, Serena, ora in seconda media, ha già deciso per un istituto commerciale, ma sempre per restare in azienda.




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