Impressioni di Ada Ingrao tra sogno e realtà

Racconti e impressioni, tra autobiografia e sogno. La raccolta di opere di Ada Ingrao, presentata nel corso dell’ottavo appuntamento de “Il Giovedì del Libro” alla Biblioteca di Monfalcone, è ricca...
Bonaventura Monfalcone-16.11.2012 Giovedì del libro-Ada Ingrao-Biblioteca-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-16.11.2012 Giovedì del libro-Ada Ingrao-Biblioteca-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Racconti e impressioni, tra autobiografia e sogno. La raccolta di opere di Ada Ingrao, presentata nel corso dell’ottavo appuntamento de “Il Giovedì del Libro” alla Biblioteca di Monfalcone, è ricca di contenuti e spunti, frutto soprattutto di attente riflessioni sul suo variegato percorso di vita. Il rapporto tra genitori e figli, l’amore, le passioni, materiali e non (nel suo caso, la scrittura e la musica prodotta dal suo pianoforte), e tante altre dinamiche di vita vengono approfondite nei tre volumi che compongono la raccolta, “Tracce d’ombra”, “Questa gioia violenta e altri racconti”, “Laurent e altri racconti”, nei quali i racconti di fantasia si alternano a quelle che Ada Ingrao chiama “impressioni”. «Le impressioni sono i miei pensieri scritti di getto – ha spiegato l’autrice nel corso della presentazione introdotta da Marco Vianello – non hanno trama, i racconti sono costruiti e la trama ce l’hanno ben definita. Entrambi, però, hanno una derivazione autobiografica: spesso, infatti, i racconti sono i miei sogni, mi sveglio e li metto su carta. Anche i personaggi hanno spesso origine nella mia esperienza e nella realtà che vivo quotidianamente, per quanto alla fine il carattere di fantasia prevalga». Nel corso della presentazione la lettrice Eleonora Degrassi ha letto con trasporto ed efficacia alcuni brani tratti dalla raccolta. Molto toccante e significativa, in particolare, la lettera “Caro papà” che Ada Ingrao dedica al ricordo del padre. Ne esce la storia di un rapporto particolare con i genitori, condizionato da un sentimento di paura verso la figura del padre, il cui comportamento a volte fin troppo severo e rigido è stato veramente compreso, e allo stesso tempo rivalutato, solamente in età avanzata. E’ una scrittura senza modelli, quella dell’autrice nata a Ronchi dei Legionari ma gradese d’adozione, anche perché, dice, «la scrittura, una passione che ho avuto fin da quando, a 9 anni, scrivevo commedie da recitare con le mie piccole amiche, per me è semplicemente una valvola di sfogo personale». Domani l’ospite della rassegna comunale di letture sarà Marina Cerne con il suo “Volare”.

Michele Neri

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