In 10mila al PalaTrieste: neocatecumenali in festa

Giovani da tutta Europa per ascoltare il messaggio di pace e fratellanza del fondatore Francisco Argüello. L’entusiamo del vescovo Crepaldi
Di Pierpaolo Pitich
Foto BRUNI TRieste 25.03.12 PalaTrieste:giornata Ecumenicale
Foto BRUNI TRieste 25.03.12 PalaTrieste:giornata Ecumenicale

Sono arrivati in diecimila, per la maggior parte dal nord Italia ma anche da molti paesi europei, dalle vicine Croazia, Serbia e Austria con rappresentanze provenienti da Germania, Polonia e perfino dalla Finlandia. Hanno gremito le tribune e il parterre del PalaTrieste, tanto che si faceva fatica a trovare seggiolini vuoti. Sono i giovani appartenenti al Cammino Neocatecumenale che si sono dati appuntamento per la giornata dedicata all’incontro vocazionale. Un percorso di preghiera, fede e riflessione che ha vissuto il suo momento più alto con la “chiamata”, quando alcune decine di giovani si sono alzati dal loro posto per rispondere alla vocazione interiore, che li porterà di fatto a cambiare il loro percorso di vita, portando in giro per il mondo il messaggio della fede e dell’evangelizzazione.

Così come quasi cinquant’anni fa ha fatto Francisco “Kiko” Argüello, pittore spagnolo ateo poi convertitosi al Cristianesimo che ha deciso di vivere insieme ai poveri e agli emarginati nella periferia di Madrid, fondando il Cammino Neocatecumenale, insieme a Carmen Hernandez e a padre Mario Pezzi. C’era molta attesa, nell’incontro triestino, per l’intervento di Kiko Argüello, che ha voluto soffermarsi in modo particolare sul momento della conversione e del riavvicinamento a Cristo. «L’uomo è sempre più triste, infelice, insoddisfatto, tanto che il numero dei suicidi è purtroppo in costante aumento – ha spiegato Argüello -. Ma l’uomo deve capire che non può vivere per se stesso, per la propria felicità. Deve invece donarsi totalmente a Cristo e capire che il Signore è morto per i nostri peccati, ma è altresì resuscitato per riportarci a nuova vita».

Argüello domani parteciperà alla Cattedra di San Giusto portando la sua testimonianza insieme al vescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi, che a sua volta non ha voluto mancare all’appuntamento dei giovani aderenti al Cammino religioso che si fonda sul sacramento del battesimo. «Chi ama se stesso si perde, chi adora il proprio io spreca la vita. Chi invece si affida a Cristo riesce a riacquistare la propria esistenza: l’essenza del Cristianesimo è tutta qui». Queste le parole di Crepaldi che poi ha voluto dedicare un pensiero alla città che ha ospitato l’evento religioso. «Come tutti i luoghi di confine, Trieste è una città in cui convivono dei conflitti e che si porta addosso molte ferite. Ma anche la diversità, se animata dallo spirito divino, può diventare una straordinaria ricchezza. E voi giovani che arrivate da paesi lontani ci state dando una lezione importante, portando il seme della pace, della fratellanza e della riconciliazione».

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