In 134 fanno “spegnere” le campane del rione Via alla contropetizione per risentirle suonare

A San Giovanni limiti decisi dopo la mobilitazione di alcuni residenti Ora altri cittadini della zona raccolgono adesioni per ottenere la revoca  
Lasorte Trieste 19/06/19 - Piazzale Gioberti, Chiesa di S.Giovanni Decollato
Lasorte Trieste 19/06/19 - Piazzale Gioberti, Chiesa di S.Giovanni Decollato

il caso

Le campane di San Giovanni, dopo oltre un secolo, hanno smesso di suonare con la tradizionale cadenza. Ora i rintocchi riecheggiano solo dieci minuti prima delle due messe giornaliere e a mezzogiorno.

Una limitazione disposta in seguito a una petizione sottoscritta da 134 residenti del rione, che è stata portata all’attenzione della Curia (e per conoscenza notificata anche al Comune). «La Curia mi ha chiesto di provvedere a limitare il numero di rintocchi – ha spiegato ieri il parroco, don Fabio Ritossa –. Certo, mi avrebbe fatto piacere continuare a mantenere viva la tradizione, ma mi rendo conto che i rintocchi ogni 15 e ogni 60 minuti potessero dare fastidio soprattutto a chi lavora nelle ore serali e notturne e magari di giorno ha bisogno di riposare».

Ma in una Trieste che è sempre più la città delle petizioni, dopo una raccolta firme che ha portato a silenziare le campane poteva mancare una contropetizione per farle tornare a suonare come prima? La risposta è scontata. Su Facebook, e precisamente sul gruppo chiuso “Genitori di San Giovanni” ha subito preso quota la protesta. «È con immenso dispiacere che vi comunico che 134 firme hanno fatto chiudere le campane di San Giovanni – ha scritto l’amministratrice del gruppo, Chiara Malorgio –, ma siccome io non ci sto, preparo una raccolta firme per farle riprendere a segnare il nostro tempo». Il post ha raccolto decine di commenti “social”, la stragrande maggioranza a favore della proposta di chi vorrebbe tornare a sentire le campane più di tre volte al giorno. «Una petizione perché le campane suonano? Mi sembra che siano sempre esistite no? Ma dai...». «Rimango un po’ perplesso su come la Curia sia stata così rapidamente sensibile, soprattutto dopo anni di presenza di questa “problematica”». «Io che sono molto vicina le sento raramente perché ho fatto l’abitudine e sono così simpatiche che mi fanno compagnia». Ma c’è anche chi ha scritto «io ne sono contenta, tante volte la “scampanellata” delle 8 mi svegliava, e abito abbastanza lontana».

La petizione sarà avviata formalmente già oggi. «Vorrei precisare che non vogliamo, con questa iniziativa, creare polemiche – ha precisato ieri al Piccolo la stessa Chiara Malorgio –. Crediamo sia giusto rispettare l’opinione di tutti, anche di chi ritiene fastidioso il suono delle campane che invece tantissimi altri abitanti del rione, compresa la sottoscritta, considerano parte della propria vita, un simbolo identitario, una voce familiare. Non sentirle più, per noi, è avvilente». «Non siamo arrabbiati con la Curia, che avrà sicuramente preso questa decisione riflettendo attentamente e non a cuor leggero – ha aggiunto la promotrice della contropetizione –. Però pensiamo che quelle 134 firme non possano rappresentare la maggioranza del rione. Siamo certi che riusciremo a raccoglierne molte di più e ci auguriamo che la Curia voglia quantomeno valutare anche la nostra richiesta. Speriamo che si possa tornare a sentire la voce delle nostre campane come abbiamo fatto fin da quando eravamo bambini, con la cadenza che ha sempre accompagnato la nostra vita. Io ho 45 anni e nel rione non avevo mai percepito che ci fossero residenti così infastiditi per il suono delle campane da arrivare a chiederne la soppressione. Da quel che ho capito tra i promotori ci sarebbero persone che abitano qui da poco». —

P.T.

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