In 5mila ad ascoltare Roy Paci e la sua band

STARANZANO. Successo annunciato giovedì sera per il grande Roy Paci e Aretuska, celebre band di livello internazionale, uno dei complessi più solari nel panorama musicale italiano, di orientamento ska/jazz (musica popolare giamaicana) e formato da musicisti con diverse esperienze musicali. L’immensa platea di oltre cinquemila spettatori di tutte le età, ma soprattutto giovanissimi, si è fatta trascinare dal ritmo travolgente della musica al quale è difficile resistere. E’ stata una notte indimenticabile per tanti, tiepida e sotto un cielo stellato, dove piazza Dante, presa d’assalto già qualche ora prima del concerto, è diventata come uno stadio dove una parete del municipio è diventata un megaschermo per la proiezione di immagini. Da una finestra è comparso anche uno striscione: “Cie di Gradisca, non te regghe più. Chiuso subito”. Il concerto, finito quasi a mezzanotte, è stato un coinvolgimento totale con il pubblico senza barriere con gli artisti. «Grazie di cuore – ha spesso ripetuto Roy Paci al termine di ogni canzone – siete meravigliosi. E’ proprio nei paesi come questi che si sente di più il calore delle comunità». La serata, inserita nella “Sagra de le raze” è stata organizzata un appassionato di musica della Compagnia del Carro, Thomas Peres soddisfatto per il risultato, che ha bissato il successo dello scorso anno con i Modena City Ramblers.
«Da sempre – ha dichiarato - ho avuto come idea di far crescere la sagra anche dal punto di vista dei concerti. E’ il secondo anno che facciamo centro portando in piazza a Staranzano un altro grande artista». Tanti applausi, dunque, per uno scatenato e bravissimo Roy Paci (voce e tromba), si è imposto nei suoi concerti una missione. Ha suonato, scritto, arrangiato e collaborato con numerosi artisti. Tra gli italiani, Negrita, Vinicio Capossela, Piero Pelù, Subsonica e 99 Posse. Tra quelli stranieri, Manu Chao. «Ho creato questa band bravissimi musicisti nel 1998 – ci ha dichiarato Paci – non tanto per fare solo le canzoni, ma esprimere quello che di bello che ha la nostra terra, la Sicilia, che l’hanno fatto diventare sinonimo della mafia. Contro queste persone che la credono solo così abbiamo scritto una canzone di successo “Malarazza” che li condanna senza appello. Con la musica – continua Roy Paci – nel nostro piccolo combattiamo la mafia e il malaffare che hanno esteso le radici dappertutto ai danni la povera gente». «Inoltre – afferma Paci – lancio un messaggio: ogni paese deve le proprie tradizioni popolari i dialetti dappertutto nonostante le varie contaminazioni».
Ciro Vitiello
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