In Austria cade il tabù dello scontrino

Il ministero delle Finanze di Vienna si prepara a introdurre l’obbligo di rilasciare le ricevute per contrastare la maxi evasione fiscale

Lo scontrino fiscale in Austria non esiste. Bar e ristoranti talvolta lo rilasciano, perché lo stampa in automatico il registratore di cassa, ma non sono obbligati a farlo. Più spesso il cameriere fa il conto a matita su un semplice block-notes. Così, almeno fino a oggi. Ma in futuro le cose potrebbero cambiare, perché il fisco austriaco ci sta facendo un pensierino, prendendo a modello il sistema esistente in Italia e in alcuni altri Paesi europei. Sì, proprio lo scontrino fiscale, che da noi spesso è visto come una inutile vessazione, dall’osservatorio austriaco, invece, è studiato come un meccanismo efficace per combattere l’evasione fiscale. Ne è convinta Sonja Steßl, sottosegretaria alle Finanze. La rappresentante del governo se ne sta occupando da mesi ed è giunta alla conclusione, sulla scorta delle verifiche sul campo svolte dai suoi collaboratori, che nel settore del commercio al dettaglio e degli esercizi pubblici vi sia un’evasione annua che potrebbe aggirarsi sul miliardo di euro.

Per chi, dalle nostre parti, continua a considerare l’Austria “un paese ordinato” (copyright Carpinteri & Faraguna), dove tutti rispettano le leggi e pagano le tasse, la notizia può suonare sconvolgente, ma non è campata in aria. I dubbi nel Ministero delle finanze di Vienna, che frenano per ora l’introduzione dell’obbligo dello scontrino fiscale, non riguardano tanto l’ammontare dell’evasione, che è dato per certo, ma il sistema di emissione dello scontrino. Si temono infatti manipolazioni per via informatica, che potrebbero far figurare incassi inferiori e vanificare dunque lo sforzo del fisco. E poi, come controllare che lo scontrino sia effettivamente emesso? Sguinzagliando squadre di poliziotti per controllare bar e negozi, con costi che annullerebbero o ridurrebbero sensibilmente il nuovo gettito fiscale? La Steßl ha in mente un meccanismo per indurre gli stessi clienti a pretendere lo scontrino, senza bisogno di controllori del ministero: istituire una lotteria a premi nella quala gli scontrini avrebbero la funzione dei biglietti.

Ogni scontrino parteciperebbe all’estrazione; più scontrini si hanno, più aumentano le probabilità di vincere. Anche qui Sonja Steßl non inventa nulla: scontrini fiscali abbinati a una lotteria esistono già in Portogallo, in Slovacchia, in Malesia e in altri Paesi. In Slovacchia, per esempio, per ogni scontrino di importo superiore all’euro il possessore può trasmettere il numero sovraimpresso alla società delle lotterie di Stato, per sms o e-mail. Ogni due settimane viene estratto un premio di 10.000 euro, che in Slovacchia corrisponde a 12 volte lo stipendio medio mensile. La reazione della Camera dell’economia, che rappresenta anche gli esercenti, non si è fatta attendere. Il progetto della sottosegretaria viene criticato, perché susciterebbe un sospetto generalizzato di evasione fiscale nei confronti di un’intera categoria economica.

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