In carrozza al capolinea del futuro

L’impietosa e precisa fotografia che Il Piccolo ha reso nelle edizioni di venerdì e sabato testimonia ancora una volta i ritardi nell’adeguamento delle linee e la resa sostanziale del sistema triestino e regionale nel creare le basi per ricongiungersi civilmente almeno al resto del Nordest, se non del Paese o all’Europa confinante.
Treni in stazione in una foto di repertorio
Treni in stazione in una foto di repertorio

TRIESTE Qualche mattina fa, una simpatica signora di una certa età si è presentata all’ingresso de Il Piccolo dicendo di voler fare un esposto, una denuncia, un qualcosa perché «non è possibile che un treno si fermi a ogni stazione, anche per cinque minuti, e si impieghino ore per arrivare dove si deve arrivare. Io devo tornare a Trieste, i treni devono andare veloci». E arrivare in orario, si direbbe, come quando c’era Lui, forse, cara lei. Ci scusi, però: che treno ha preso, ci può spiegare? «Ma come, che treno? Uno di quelli che vanno veloci, un Intercity...». Che di mestiere, in verità, ferma in abbastanza stazioni (maledetti inglesismi, che alle persone semplici e perbene fanno sempre l’effetto sbagliato): mica è una Freccia, che di un colore o dell’altro comunque a Trieste non ci sarebbe stata o quasi.

La nuova Trieste-Mestre “grande incompiuta”: e la regione resta isolata
Il Frecciarossa in partenza da Trieste (Foto Massimo Silvano)


Alla lettrice questo non lo abbiamo detto, ma raccogliamo il suo sfogo: che rende l’idea del servizio ferroviario nel nostro territorio meglio di molte discussioni o comparazioni di tratte. L’impietosa e precisa fotografia che Il Piccolo ha reso nelle edizioni di venerdì e sabato testimonia ancora una volta i ritardi nell’adeguamento delle linee e la resa sostanziale del sistema triestino e regionale nel creare le basi per ricongiungersi civilmente almeno al resto del Nordest, se non del Paese o all’Europa confinante. Sarebbe, da anni, il classico terreno su cui far convergere interesse e attenzione di tutti, tema che unisce e non divide, che chissenefrega se porta e quando un voto in più, se non porta medaglie d’eccellenza o distintivi identitari: perché porta comunque varie e anche insospettabili forme di benessere non in competizione tra loro, anzi. Impresa impossibile? Sì, perché si tratterebbe di muoversi compatti. Invece sempre meglio, per molti, restare seduti in carrozza, posto prenotato, in attesa che passi il futuro davanti al finestrino: prossima fermata, Cervignano. E forse si scende, per sempre. –

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