In manette l'inventore delle telecamere ai semafori
A Gorizia giacciono duemila ricorsi di automobilisti. L’Adoc: «Chiederemo i danni morali»

Il progettista dei T-Red (le telecamere ai semafori che hanno colpito anche tanti automobilisti goriziani), Stefano Arrighetti, è stato arrestato dai carabinieri nell'ambito dell'inchiesta della procura di Verona sui cosiddetti «semafori intelligenti». Arrighetti, amministratore unico della Kria di Desio (Milano), è accusato di frode nelle pubbliche forniture. Secondo quanto si è appreso, Arrighetti avrebbe omologato solo il modello di telecamera e non avrebbe chiesto e quindi mai ottenuto dal Ministero l'omologazione dell'hardware dell'apparecchiatura che fa funzionare l'intero sistema. Tra i 109 indagati figurano 63 comandanti di polizia municipale, 39 amministratori pubblici e sette amministratori di società private. Sono invece 80 i Comuni al centro dell'indagine. La Kria era l’azienda che elaborava anche i dati raccolti dalle telecamere installate a Gorizia, inviando poi i file con i fotogrammi che testimoniavano il passaggio con il rosso al comando dei vigili urbani per la notifica ai trasgressori. Nell’elenco delle amministrazioni interessate dall’indagine non figurano però nè il comune di Gorizia, nè amministratori o funzionari isontini: questo, probabilmente, perchè l’indagine si è aperta nel dicembre 2007, quando a Gorizia le famigerate telecamere erano già state disinstallate.
Eppure anche a Gorizia erano stati presentati due esposti alla magistratura (l’ultimo il 12 novembre scorso) dalla sezione cittadina dell’Adoc, Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori: si chiedeva di accertare eventuali comportamenti irregolari nell’appalto per il posizionamento delle telecamere ai semafori. «Ma non abbiamo avuto notizia dell’evolversi delle nostre segnalazioni qua a Gorizia» spiega Ugo Previti, presidente dell’Adoc isontina. Previti però non si arrende: «A fronte anche delle notizie che giungono in merito alle responsabilità dei vertici di quelle società appaltatrici, chiederemo che vengano riconosciuti i danni morali ai cittadini che hanno dovuto subire disagi di ogni tipo a causa di queste telecamere».
Intanto, i fascicoli aperti negli uffici dei giudici di pace in seguito ai ricorsi presentati dagli automobilisti contro le multe comminate per i passaggi con il rosso accertati con il «T-red» sono almeno duemila: un intero ufficio «rosso», perchè, per comodità, tutti i fascicoli sono stati raccolti in cartelle di quel colore. E praticamente tutte le sentenze sono a favore degli automobilisti. «La ditta non aveva la veste giuridica per procedere all’accertamento dell’illecito amministrativo in quanto non aveva nè la qualifica di pubblico ufficiale nè era stata incaricata di pubblico servizio: insomma, non aveva nessun titolo per trattare quei dati» spiega un legale, l’avvocato Alberto Tofful. E adesso gli studi legali avranno un’arma in più, la mancata omologazione dell’hardware utilizzato, nella tutela dei diritti degli automobilisti.
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