In palestra o in hotel: a Trieste è caccia agli spazi per ospitare riunioni del condominio

Amministratori di stabili nel caos. Pesa l’obbligo di garantire le distanze. «Se poi c’è un contagio, magari ci fanno causa»

TRIESTE Assemblee condominiali convocate alla Stazione Marittima, al Molo IV, in sale riservate a convegni, negli spazi messi a disposizione dagli alberghi e persino in palestre, cinema e sale da ballo. È un vero e proprio caos quello con cui sono alle prese gli amministratori di stabili per riuscire ad organizzare le assemblee in spazi che consentano di rispettare le distanze di sicurezza e le altre regole fissate per il contenimento del contagio da Covid-19. Un problema che si fa sentire soprattutto nel caso di immobili importanti, con molte unità abitative e quindi diversi proprietari.

A soffrire maggiormente sono i professionisti meno strutturati, che non dispongono all’interno dei loro studi neppure una stanza capace di contenere, distanze di sicurezza alla mano, 8-9 persone. Qualcuno ha rinunciato, calendarizzando unicamente le assemblee urgenti, straordinarie, con decisioni non procrastinabili da prendere.

Ma anche per chi dispone di una stanza spaziosa da destinare a questo scopo, non è una passeggiata. Entrare e uscite contingentate, un metro di distanza fra tutti i partecipanti, mascherine e gel igienizzanti e sanificazione della sala e degli arredi prima di ogni assemblea. Va considerato che nessun Dpcm offre disposizioni precise in relazione alle attività in ambito condominiale, dunque gli amministratori hanno fatto affidamento sulle indicazioni fornite per il riavvio più in generale di tutte riunioni disposto dal Dpcm del 16 maggio.

Il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga con l’ordinanza del 17 maggio 2020 aveva previsto espressamente che fossero consentite le assemblee condominiali. Il governo è intervenuto successivamente con una Faq, che dava l’ok ad assemblee in "presenza fisica", eventualmente anche all'aperto.

«L’amministratore si accolla importanti responsabilità – premette Attilio Lombardo, titolare della Gestionistabili – e va considerato che la maggior parte dei condòmini è scrupolosa nel rispetto delle normative. In una sala come quella della quale io dispongo - prosegue -, prima ci stavano 30-35 persone, ora possono sedersi in 8-9. Per questo si punta ad organizzare prevalentemente le straordinarie reperendo locali anche altrove, rinviando al prossimo anno quelle dei condomini che non presentano problemi».

Il caos è dovuto anche al fatto che ci sono le assemblee sospese nei mesi di lockdown da recuperare e le nuove da organizzare, il tutto con maggiori difficoltà. «Anche confrontandomi con l’associazione di categoria mi sono reso conto che ci sono molti dubbi, – valuta Enrico Coral della Gestione Immobili –. Le responsabilità a nostro carico sono evidenti: nel caso avvenga un contagio, rischiamo una causa e di conseguenza c’è paura. Le piccole assemblee urgenti cerco di gestirle, con entrate e uscite scaglionate. In alcuni casi invece valutiamo assieme ai condomìni se rimandarle».

E non mancano nemmeno gli “incidenti” provocati proprila mancata sicurezza delle riunioni.Alcuni condòmini che un paio di settimane fa hanno preso parte ad un’affollata assemblea condominiale, hanno lasciato la stanza denunciando appunto l’assenza delle distanze di sicurezza, e il fatto che molti partecipanti non indossavano neppure la mascherina.

In questa baraonda, c’è anche chi non si è perso d’animo decidendo di calendarizzare tutte le assemblee, nessuna esclusa, ricorrendo fin dalle prime ore del 17 maggio a prenotare sale per mesi di attività. «Fino a 13 persone riesco a gestirle nei nostri uffici – specifica Maurizio Bucci titolare dello studio Rigotti –, altrimenti affitto degli spazi. In alcuni casi ho usufruito delle sale della Marittima. Per il 22 agosto ho in programma l’assemblea di Porto San Rocco con potenziali 350 presenze, per cui ho affittato gli spazi del Molo IV. Allego alle convocazioni delle assemblee un’autocertificazione con la quale il condomino attesta lo stato di salute e prende atto delle misure da rispettare, che va consegnato poi all’ingresso: chi non lo consegna non entra».

Anche volendo, però, viste le regole da far rispettare, non è più possibile evadere il numero delle assemblee di un tempo. Così, il calendario si allunga. «Prima ne organizzavo due al giorno, oggi non più di una», ammette Bucci. «Il bello arriverà in autunno, – prevede Lombardo – quando complice l’ecobonus 110% ci sarà una richiesta colossale di interventi importanti sui condomìni, che necessitano il più delle volte di più di un’assemblea per venire approvati». —

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