In quattrocento al pranzo di Natale della Comunità di Sant’Egidio: “Insieme in un mondo di solitudine”

Anziani, disabili, persone in condizioni di povertà e fragilità, ragazzi e bambini stranieri, giovani mamme in difficoltà, migranti e rifugiati seduti nella sala allestita per l’occasione al Generali Conventin Center

Gianpaolo Sarti
Il pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio a Trieste. Fotoservizio Massimo Silvano
Il pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio a Trieste. Fotoservizio Massimo Silvano

"Per noi è importante che qui oggi ci sia anche bellezza", dice il presidente regionale della Comunità di Sant'Egidio Emanuele Ferri, mentre i volontari - un centinaio - iniziano a distribuire salumi e lasagne ai tavoli. Dove il concetto di "bellezza" non è quello effimero e futile della vanità esibita, ma ha a che fare con il decoro e il calore. In definitiva l'accoglienza.
Le tovaglie bianche come al ristorante, le stelle di natale al centro, su ogni tavolata. La musica allegra. Gli alberi decorati che luccicano. I bambini che giocano sul pavimento, come a casa.

In quattrocento, oggi, 25 dicembre, hanno preso parte a Trieste al pranzo organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio all'auditorium Generali Convention Center in Porto Vecchio, grazie all'ospitalità gratuita della Trieste Convention Center.

Il pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio a Trieste. Fotoservizio Massimo Silvano
Il pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio a Trieste. Fotoservizio Massimo Silvano

Hanno partecipato tutte le realtà che appartengono al variopinto mondo della Comunità: anziani, disabili, persone in condizioni di povertà e fragilità, ragazzi e bambini stranieri che frequentano i dopo scuola e i corsi di italiano, giovani mamme in difficoltà, migranti e rifugiati arrivati dall'Afghanistan e dalla Palestina con i cordoni umanitari.
Ricchi e gustosi i piatti offerti dal ristoratore Pietro Savarese (per il terzo anno di seguito), titolare dei locali "Casa Pepe": antipasto di salumi e formaggi, lasagne al ragù di manzo, arrosto e contorni.
Il caffè è stato messo a disposizione dalla Illy, mentre i panettoni da varie realtà imprenditoriali e associative.
Erano presenti il vescovo Enrico Trevisi, che ha benedetto il pranzo, e l'assessore comunale Massimo Tognolli che ha donato a tutte le persone una maglietta con la scritta "Insieme", "simbolo di una Comunità, Sant'Egidio - ha evidenziato - che lavora assieme".

Il pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio a Trieste. Fotoservizio Massimo Silvano
Il pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio a Trieste. Fotoservizio Massimo Silvano

"Questo pranzo sta diventando il pranzo di Natale di Trieste - ha osservato ancora il presidente regionale di Sant'Egidio Emanuele Ferri - senza tante forze insieme, come ad esempio il Comune, la Diocesi, la Caritas, le associazioni, le aziende e i tantissimi volontari, tutto ciò non sarebbe possibile. Questo dimostra che lavorare insieme per il bene comune, senza lasciare fuori nessuno, è possibile. Questo pranzo è anche un'icona, un'immagine di ciò che è possibile. Non possiamo risolvere i problemi del mondo, ma è un esempio concreto di inclusione. Dobbiamo muovere cuore ed energia".

"Sono molto contenta - ha commentato con entusiasmo la signora Adriana, 79 anni - è bello stare in compagnia tra gli amici".
Così Farzad, 25 anni studente universitario di informatica, e Khodadad, 40, che lavora in Fincantieri. Sono afghani di etnia hazara, perseguitata dai talebani. Sono riusciti a ricongiungersi alle rispettive famiglie arrivate a Trieste grazie ai cordoni umanitari: "Siamo seguiti e aiutati da anni dalla Comunità di Sant'Egidio ed è bello trascorrere insieme questa giornata di festa".

C'è anche la signora Anna tra i volontari: "Questo è il cuore del Natale ed espressione dei valori della Comunità - ha riflettuto - cioè pace, luce, gioia e fratellanza. Siamo come una grande famiglia in un mondo di solitudine".

Riproduzione riservata © Il Piccolo