In Serbia il primo treno diretto dalla Cina lungo la Via della seta

BELGRADO La nuova Via della Seta non è solo una fitta rete di rotte marittime e porti, ma anche un network di strade ferrate. E una nuova linea diretta, senza cambi, oggi collega direttamente la Cina profonda al cuore dell’Europa, segno della sempre maggiore influenza di Pechino sul Vecchio continente. Si tratta di quella inaugurata con una pomposa cerimonia in Serbia, destinazione finale di un convoglio merci che ha viaggiato per un mese, dopo aver attraversato Mongolia, Russia, Bielorussia, Polonia e Ungheria. Un treno a suo modo storico: si tratta di “Qilu”, così è stato battezzato il primo convoglio merci diretto da Jinan (Cina orientale) al Paese balcanico, un serpentone metallico con 28 vagoni portacontainer che trasportavano merci e strumentazione destinate a essere utilizzate nella costruzione della futura ferrovia ad alta velocità Belgrado-Budapest (350 chilometri), un altro importante progetto a spinta cinese nella regione. Nei container erano stipate 500 tonnellate di materiali prodotti in Cina, ma che «rispettano tutti gli standard europei», necessari per la realizzazione della «linea ad alta velocità», ha spiegato Infrastruktura (Izs), azienda controllata dalle Ferrovie serbe.
Ad accogliere il convoglio c’erano le massime autorità serbe, salutate dalla scritta «le ferrovie cinesi salutano il popolo serbo», vergata sui primi vagoni, mentre la locomotiva ha tagliato un grande nastro rosso, con lo slogan «la prima volta in Serbia». E non sarà l’ultima. Servono infatti ancora attrezzature per la realizzazione della nuova ferrovia tra la capitale serba e quella magiara, ambizioso piano lanciato nel 2017 e ora in corso di accelerazione. E naturalmente a trazione cinese. In Serbia sono infatti due colossi di Pechino, la China Railways e la China Communications Construction Company (Cccc) a monopolizzare l’opera sul tratto Belgrado-Stara Pazova. Il tratto tra Novi Sad e il confine magiaro sarà modernizzato a partire dal 2020, sempre nell’ambito del primo progetto transfrontaliero portato avanti da Serbia, Ungheria e Cina sotto l’ombrello dell’iniziativa China-Central and Eastern European Countries (Ceec).
Altri consorzi cinesi-magiari sono in prima fila dall’altra parte della frontiera, in Ungheria, dove il progetto procede a rilento a causa dello scrutinio Ue sul rispetto delle regole europee sugli appalti. Progetto miliardario – si stima che i costi supereranno in totale i tre miliardi, coperti in gran parte da prestiti cinesi, i lavori dovrebbero concludersi nel 2024, con la linea che fungerà un giorno da link Europa centrale-porto del Pireo, a controllo cinese – che si potrà realizzare solo grazie a Pechino, ha assicurato il presidente serbo, Aleksandar Vučić. E «la gran parte dei lavori» infrastrutturali in Serbia – non solo la ferrovia, ma anche strade, autostrade e centrali elettriche - «non avremmo potuto farli senza l’aiuto cinese e il sostegno del presidente Xi Jinping».
Lo confermano i numeri resi noti dal governo serbo, che parlano di un valore di 13 miliardi per i progetti infrastrutturali cinesi in Serbia. Ma «abbiamo ottimi risultati» in tutti i campi, ha assicurato il viceministro del Commercio cinese, Qian Keming, anche lui a Belgrado per l’arrivo del convoglio merci, ben più di un treno. Investimenti e soprattutto prestiti cinesi in Serbia – ma in tutti i Balcani – che però potrebbero diventare un’arma a doppio taglio, hanno avvisato più volte Ue e Usa, soprattutto dopo che il debito verso Pechino è schizzato a livelli preoccupanti, 40% in Montenegro, 20% in Macedonia, 14% in Bosnia. E 12%, per ora, in Serbia. —
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